Quagliariello: “Basta veti e pregiudizi, collaborare per il Bene dell’Italia”
13 Aprile 2013
Senatore Quagliariello, i pregiudizi e i veti sono superati?
"Se il nostro lavoro produrrà effetti non sta a me dirlo. Di certo pone le condizioni perché ciò accada: l’individuazione di proposte condivise e la piena legittimazione delle idee del centrodestra dimostrano che per il bene dell’Italia collaborare si può. Da oggi, veti e pregiudizi sono ancor più ingiustificabili".
Qual è il punto di leva?
"E’ il bene del Paese. La situazione potrà sbloccarsi se quanti finora hanno tentato di non tener conto del risultato delle elezioni si convertiranno al principio di realtà. Il nostro compito era facilitare un dialogo; toccherà ora alle forze politiche. Il PdL ci prova da un mese".
L’obiettivo è cercare un governo o rifondare l’intero sistema politico?
"I due aspetti sono connessi. Se c’è consapevolezza dell’esigenza di modernizzare il Paese, dovrebbe essercene altrettanta della necessità di tirare l’Italia fuori dallo stallo. Del resto sarebbe singolare volersi imbarcare in una grande avventura costituente insieme a una forza politica alla quale sul fronte dell’emergenza di governo non si riconosce la legittimità dell’interlocutore dopo un sostanziale pareggio elettorale".
Partiti: cosa cambia per rimborsi e lobbies?
"La politica deve saper cogliere la domanda di trasparenza e partecipazione che proviene dai cittadini e dimostrare di sapersi rinnovare. Credo che il contributo pubblico debba consistere di più nell’erogazione di servizi e meno nell’elargizione di denaro, e al contempo debba essere incentivata la contribuzione dei privati attraverso agevolazioni fiscali. Quanto alle lobbies, la regolamentazione della rappresentanza degli interessi legittimi sul modello anglosassone contribuirebbe alla trasparenza dei processi decisionali".
Legge elettorale: le idee restano lontane?
"Abbiamo affermato soprattutto un principio: il nesso tra sistema elettorale e forma di governo. Troppe volte si è commesso l’errore di caricare sulle spalle della legge elettorale un peso eccessivo. Detto questo, la legge vigente va cambiata perché quando fu approvata il sistema poggiava su due coalizioni tendenti al 50%; ora che si vince con meno del 30%, il premio di maggioranza esistente alla Camera è irragionevole".
Ineleggibilità: perché ricorrere ad un giudice?
"Di fronte a possibili tentazioni come quella emersa nelle scorse settimane, poi superata, di risolvere le proprie difficoltà politiche negando con un colpo di maggioranza la eleggibilità di un leader alla sua sesta elezione, affidarsi a un giudizio terzo è il male minore. Ovviamente, visto il bene in gioco, il giudice va individuato con estrema attenzione".
Conflitto d’interessi: la soddisfa la soluzione?
"Non abbiamo indicato una soluzione ma un metodo, facendo presente che il potenziale conflitto di interessi è una questione complessa e assai diffusa al di là delle simbologie con le quali strumentalmente lo si rappresenta. Abbiamo escluso leggi contra personam e dimostrato che quando i temi non vengono usati come una clava contro l’avversario, non c’è nulla di cui non si possa discutere".
Intercettazioni: è la svolta?
"Il capitolo sulla giustizia è quello che più mi soddisfa, perché è il campo nel quale da sempre le nostre idee sono oggetto di pregiudizio. In un documento bipartisan sono entrate battaglie storiche del PdL. Vedere questo oggetto di condivisione è la dimostrazione che nessuno più può nutrire ingiustificati complessi di superiorità".
(Tratto da Il Mattino)