Finocchiaro VS Renzi, chi cadrà dalla torre?
15 Aprile 2013
Alla fine Matteo ha pestato il piede sbagliato. La senatrice Anna Finocchiaro non è mai stata un tipo tenero e finire crocefissa per quel video con la scorta all’Ikea le ha fatto tirare fuori i denti, che si sono dimostrati più affilati del previsto.
"Non mi sono mai candidata a nulla. Conosco bene i miei limiti e non ho mai avuto difficoltà ad ammetterli", ha detto dopo il fuoco amico del sindaco di Firenze. "Ho sempre servito le istituzioni in cui ho lavorato con dignità e onore, e con tutto l’impegno di cui ero capace, e non metterei mai in difficoltà nè il mio Paese, nè il mio partito". Se lo può permettere, come ministro delle Pari Opportunità ricordiamo il suo provvedimento sulle misure alternative alla detenzione a tutela del rapporto fra detenute e figli minori che va nella direzione della civiltà del diritto italiano.
"Trovo che l’attacco di cui mi ha gratificato Matteo Renzi sia davvero miserabile", ecco l’affondo, "per i toni e per i contenuti", peggio di così a Matteo non poteva andare. E’ probabile che la retorica anticasta e il tormentone della scorta funzioni anche con la Finocchiaro eppure, a scorrere il cursus honorum della senatrice siciliana, forse Renzi avrebbe dovuto battere più sul tasto del rinnovamento della classe dirigente che non scadere nella demagogia paragrillina.
Finocchiaro infatti venne sconfitta da Raffaele Lombardo alle Regionali siciliane del 2008 ma è stata riconfermata capogruppo del Pd nella XVI Legislatura. Alle elezioni di febbraio scorso il partito l’aveva inserita come Capolista in Puglia, lei è stata la più votata alle primarie del Pd a Taranto, ma nella terra di Vendola il Pd a sorpresa è andato sotto il Pdl (28,4 per cento i democrats, 34,4 i pidiellini), mancando così di prendere il premio di maggioranza in Senato in una delle Regioni chiave per il mai nato "governo di cambiamento".
Nonostante tutto, davanti all’escalation renziana, Finocchiaro ha tirato fuori il vecchio orgoglio del PCI e di quanti probabilmente all’interno del partito non festeggiano pensando che il primo vero vincitore della scuderia piddina venga da un’altra storia politica. Così il dubbio rimane, al di là dei toni fuori le righe di Matteo. Chi buttare giù dalla torre, la navigata Finocchiaro o il pirata Renzi?