Crozia in Europa e Geopolitica dei Balcani
01 Luglio 2013
di Lavdrim Lita
Diciotto anni dopo la fine della guerra in Iugoslavia, il primo luglio la Croazia entra nell’Unione europea. Si tratta del primo paese dei Balcani occidentali a far parte dell’UE e, dopo la Slovenia, il secondo paese dell’ex Iugoslavia con un’esperienza recente di guerra e una transizione dal conflitto degli anni Novanta ancora in corso. Un risultato simbolico per la regione dei Balcani occidentali e una buona notizia per l’Ue a trazione tedesca, che ha bisogno di dimostrare di essere attraente e forte sul piano geopolitico. Il nuovo allargamento nel Est dell’Ue è una decisione strategica che ha innescato un ulteriore braccio di ferro con altre potenze interessate, come la Turchia e la Russia nei Balcani occidentali.
Il periodo tra la firma degli accordi di pace di Dayton nel 1995 fino alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo nel febbraio 2008 viene definito come la “Pax Americana” dei Balcani, durante il quale tutti gli attori principali della politica europea hanno accettato i contorni della sicurezza dei Balcani definiti da Washington. Questo consenso internazionale sulla politica balcanica e struttura di sicurezza, tuttavia, si ruppe dopo che il Kosovo ha dichiarato l’ indipendenza (Mosca aveva più volte insistito sul fatto che non lo avrebbe accettato). Anche l’UE rimane divisa su questo tema, con i cinque membri dell’UE che ancora’ si rifiutano di riconoscere l’ indipendenza del Kosovo.
Con il congelamento del consenso internazionale su come deve essere l’architettura di sicurezza dei Balcani occidentali, gli Stati Uniti per promuovere cambiamenti positivi nella regione hanno bisogno che l’Ue svolga un ruolo chiave per fornire un chiaro percorso di integrazione della regione. E’ l’Ue ha presso questa responsabilità con l’avanzare del progetto di allargamento dei confini. Ovviamente con l’ingresso della Croazia nell’Unione europea hanno dato un messaggio chiaro e forte per tutti i paesi dei Balcani occidentali: Bosnia Erzegovina, Macedonia, Kosovo, Albania e Serbia.
Ma il mesaggio di Bruxelles ha due significati: il primo e’ che per aderire dovete fare le riforme necessarie per essere con le carte in regole, e il secondo ha a che fare con vecchi amori. Cioè se volete entrare nell’Ue non dovete flirtare con le altre potenze interessate ad allargare la loro influenza geo-economica nella regione, come la Turchia e la Russia. Perché fino ad oggi alcuni paesi dei Balcani occidentali sono stati alla ricerca di investimenti stranieri per accelerare la loro crescita economica, e la Turchia per alcuni paesi e la Russia per altri sono stati partner per ottenere il massimo vantaggio economico, e i benefici sono reciproci. Nel corso degli ultimi anni, l’ influenza della Russia e la Turchia nella regione è in aumento.
Il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha deciso di adottare un’agenda aggressivo islamista / neo-ottomana a spese delle ambizioni della Turchia per adesione UE. Ogni anno la Turchia investe nel settore bancario ed energetico, sanità, telecomunicazioni e infrastrutture in diversi paesi dei Balcani per marchiare il “suo” territorio di influenza. Nel frattempo, la Russia ha adottato alcune misure, come il pacchetto di salvataggio della Cipro, o entrando in Grecia, dove si utilizza una porta per la flotta russa. La Russia è la principale fonte di investimenti esteri in Bosnia, Montenegro e Serbia, e l’ obiettivo principale è il progetto di gasdotto del sud. Mosca non solo mira al ruolo di "protettrice" della Serbia sul piano internazionale, ma ha cercato anche di promuovere i propri interessi economici in Serbia, in particolare in campo energetico, una strategia questa che da tempo ha permesso alla Russia di mantenere la sua presa politica sulle ex-repubbliche sovietiche.
Tuttavia, l’Ue a trazione tedesca ha dato un nuovo impulso geo-strategico. L’Europa da tempo sta giocando a Est una partita politica per aprire al suo controllo le rotte verso l’Eurasia. Praticamente ogni Stato dell’UE sta spingendo verso soluzioni geopolitiche ed economiche a sé più convenienti. L’Italia guarda con crescente attenzione gli sviluppi nei Balcani occidentali perché ha molti interessi da difendere e difendersi nei scenari più peggiori. Quello che accade nelle regioni a ridosso dell’Adriatico ha immediati riflessi sia sulla sicurezza interna che sulle relazioni esterne dell’Italia.
Le delicate dinamiche politiche nell’area dimostrano l’ esigenza di mantenere i Balcani al centro delle priorità della comunità internazionale. La crisi finanziaria globale del 2008 ha messo in moto dei cambiamenti geopolitici che, secondo la previsione di molti osservatori, dovrà essere ampliato e intensificato negli anni a venire.