Quagliariello a Urbinati, “legittimo rimettersi a Corte Costituzionale”

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Quagliariello a Urbinati, “legittimo rimettersi a Corte Costituzionale”

Quagliariello a Urbinati, “legittimo rimettersi a Corte Costituzionale”

23 Agosto 2013

Pubblichiamo la risposta inviata dal ministro per le riforme, Gaetano Quagliariello, alla lettera di dimissioni della professoressa Nadia Urbinati dalla Commissione per le Riforme costituzionali.
 
"Gentile Professoressa,
 
dalla lettura del mio intervento sul Foglio del 21 agosto, che Ti allego integralmente perche’ riassume cio’ che penso rispetto alla deliberazione cui e’ chiamata la Giunta del Senato, potrai ricavare una interpretazione dello spirito e del dettato costituzionale certamente diversa dalla Tua, ma non per questo meno legittima. I principi da Te richiamati non vengono infatti negati – anzi, si auspica una valutazione che abbia a cuore l’equilibrio del sistema costituzionale a prescindere dalle circostanze contingenti! -, ma semplicemente sono coniugati con altri principi altrettanto importanti che i Padri costituenti posero parimenti a fondamento della nostra architettura istituzionale.
 
Del resto, che la prima applicazione di una legge che incide sulla composizione del Parlamento in carica sia non esente da potenziali profili di problematicita’ e possa essere suscettibile di approfondimento e’ umile opinione non solo e non tanto del sottoscritto, quanto di studiosi dei più diversi orientamenti culturali: da Capotosti a Zanon, da Fiandaca a Guzzetta, e qui mi fermo per timore di dimenticarne troppi. Persino Valerio Onida, del quale oltre all’autorevolezza non e’ in discussione la distanza che lo separa dalle posizioni dello schieramento politico al quale appartengo, ha ritenuto pienamente legittima una remissione alla Corte costituzionale della normativa in questione da parte dei competenti organi parlamentari.
 
E’ evidente che Tu ed io la pensiamo diversamente, ma credo che l’esistenza di legittime visioni differenti sia un presupposto e non un impedimento per sedersi intorno a un tavolo e discutere di riforma dello Stato. A meno di non ritenere che il confronto ideale sia quello con chi condivide le nostre opinioni: che sia più comodo e’ fuor di dubbio, sul fatto che sia più proficuo mi permetto di dissentire. E in questa convinzione mi conforta la qualita’ del contributo che hai fin qui portato ai lavori di una Commissione eterogenea per idee ed estrazioni culturali, e per il quale, anche a nome di tutti i colleghi, Ti ringrazio".