Taranto, il fulmine e lo sversamento in mare. Ed è già disastro ambientale
08 Luglio 2013
di redazione
Forse è stato un fulmine a provocare oggi a Taranto uno sversamento di prodotto di scarto, residui di lavorazione della raffineria Eni in mare. Subito è scattato l’allarme rosso degli ambientalisti, per voce della associazione "Peacelink", che ha parlatodi un "grosso quantitativo" di prodotto sversato, per bocca del suo presidente Marescotti. La Capitaneria di Porto di Taranto ha altrettanto prontamente rassicurato spiegando che: "È assolutamente tutto sotto controllo, la chiazza non si disperde al largo ma è tutta sotto costa, non c’è necessità di circoscriverla in mare", ma ormai la notizia era circolata sul web e abbiamo assistito alla solita canea di titoli sulla Taranto sfortunata contro cui si avventa la sorte e sui rischi di inquinamento collegati allo sversamento. Si è parlato di una chiazza ampia 80 metri ma secondo altre fonti, lo sversamento sarebbe invece limitato e il sistema di controllo e d’allarme – le "eco-sentinelle" – avrebbe funzionato come si deve.