Dalla strada ad Arcore, la “bildung” di Ruby Rubacuori
17 Maggio 2013
Ruby Rubacuori torna sotto i riflettori con la deposizione al processo bis, nega di aver avuto rapporti sessuali con Silvio Berlusconi, dà la sua versione sulle "notti di Arcore". Il PM Boccassini l’ha definita una Salomé furbastra che ha distrutto la vita dei suoi genitori, brava gente; una bad girl che viveva di facili espedienti e si è bruciata giovane. Rileggendo l’intervista concessa dalla ragazza al settimanale Oggi emergono schegge di vita avventurosa e non edificante, trasgressiva se è ancora lecito dirlo, che parte dalla strada ("vivevo sulle panchine di Catania"), passa sotto le forche caudine dello spettacolo, arriva al cuore del potere.
"Vogliamo tutto" è il mantra di questa generazione di giovani donne che hanno imparato a usare il proprio corpo come un’arma di distruzione di massa, nonostante i segni di un aborto lasciati dolorosamente sulla pelle. Può infastidire, può scandalizzare, ma è una realtà che esiste e non da oggi. La bildung di Ruby, il dark cabaret, è un percorso esistenziale che il vocabolario gelido del potere giudiziario è incapace di sondare con gli infrarossi, uno stile di vita fuori dal codice che agli occhi dei giudici si riduce a "sistema prostitutivo". Ruby invece appare un po’ come la Ellen Love dei nostri tempi, che acchiappa il grande rivoluzionario del capitalismo yankee sbarcato a Londra, mister Harry Selfridge, destando grande scandalo tra i benpensanti inglesi di primo Novecento.
Il Burlesque di cui tanto si parla è tutto in quella generazione di giovanissime protagoniste del varietà agli albori della modernità, vittime e virago di un vortice fatto di teatro off, agenti dello spettacolo che non si fanno troppi scrupoli (non è il loro mestiere farseli), bei soldi, bei vestiti, nobildonne che rompono con l’ortodossia sessuale dell’epoca (Lady Mae Loxley), "cummenda" folgorati da queste rovina famiglie. Un’intera classe sociale, l’upper class del primo Novecento, con i suoi scandali, la sua grandezza e le sue ipocrisie, si scontra anche morbosamente nella contraddizioni della gonna a ruota di Ellen Love e nella danza del ventre della bella orientale Salomé.