Banche Popolari: argine alla desertificazione dei territori

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Banche Popolari: argine alla desertificazione dei territori

Banche Popolari: argine alla desertificazione dei territori

05 Settembre 2013

Malgrado alcuni timidi segnali di ripresa si stiano diffondendo, come conferma l’indagine sul clima di fiducia delle imprese e la leggera ripresa, su base mensile, della produzione industriale, la situazione dell’economia italiana continua a rimanere stagnante.

I dati di luglio sul mercato del lavoro indicano che il numero degli occupati si mantiene stabile rispetto al mese precedente intorno a 22,5 milioni di unità, ma in diminuzione di quasi mezzo milione rispetto ad un anno prima e con un tasso di disoccupazione che ha ormai raggiunto il 12%. Inoltre tra i più giovani il tasso di disoccupazione arriva a sfiorare il 40%, un valore che sottolinea le difficoltà per le nuove generazioni di trovare un’occupazione e la gravità che il perdurare di tale situazione può determinare sull’integrità economica del Paese stesso. A ciò si aggiungono anche le recenti considerazioni dell’OCSE secondo cui nel 2013 il PIL nazionale diminuirà ancora dell’1,8% e che l’Italia sarà l’unico paese del G8 ad essere ancora in recessione.

Riassumendo, per usare una metafora nota a tutti, vediamo la luce alla fine del tunnel ma ancora non ne siamo fuori. Occorre, quindi, continuare nell’azione di sostegno delle realtà economiche locali, soprattutto delle piccole e medie imprese, affinché quanto già fatto finora, in termini di impegno e di risorse, non vada disperso.

In questo quadro, le Banche Popolari hanno dimostrato fin dall’inizio della crisi e della successiva recessione di saper essere in prima linea nella promozione e nello sviluppo di tutti gli strumenti e canali idonei a supportare le comunità e le economie territoriali in questa fase avversa del ciclo economico. Tale compito è stato svolto continuando ad erogare o mantenendo in essere le linee di credito, come dimostra la crescita degli impieghi tra il 2008 e il 2012, circa il 17%, assicurando così in primis alle PMI le risorse essenziali per continuare ad essere operative all’interno di un mercato sempre più difficile. Un impegno che le Banche Popolari hanno continuato a portare avanti anche nella prima metà del 2013, registrando un andamento migliore delle dinamiche creditizie della media nazionale ed erogando ulteriori nuovi finanziamenti alle piccole e medie imprese per oltre 15 miliardi di euro.

In questi ultimi anni, malgrado le avversità derivanti da un contesto economico fortemente negativo, da regole bancarie che spesso si sono tradotte, nella loro applicazione, principalmente in criticità da affrontare per gli istituti più legati al territorio e alle realtà economiche locali, e, infine, le critiche ricorrenti sovente riemerse sull’inadeguatezza del modello cooperativo, le Banche Popolari italiane sono state in grado di continuare a rappresentare un punto di riferimento nei diversi ambiti locali, la cui serietà e coerenza è stata premiata in questi ultimi anni recessivi da un costante aumento del numero dei soci e dei clienti. Un modello di governance, quello del Credito Popolare, che restando fedele alla sua identità ha continuato a dimostrare di essere un modello al passo con i tempi, in quanto fortemente connesso alle realtà economiche locali e capace di restare competitivo.

Qualità, queste, che emergono chiaramente dai risultati delle semestrali delle principali Banche Popolari che testimoniano andamenti migliori di quanto ipotizzato ex-ante dagli analisti con una crescita del 17,4% dell’utile lordo, un coefficiente di patrimonializzazione in aumento rispetto a 12 mesi prima (con un Tier1 pari al 10%) e un incremento prudenziale del peso degli accantonamenti sul margine d’intermediazione dal 28% al 32%, ad indicare come il perseguimento dell’obiettivo della redditività sia stato accompagnato da quello di una gestione equilibrata e di copertura dei rischi, nella consapevolezza delle difficoltà che sta attraversando l’economia reale e, in particolare, le piccole e medie imprese.

Coniugare redditività, solidità patrimoniale e sostegno continuo ai territori e alle comunità locali non è una sfida semplice, ma le Banche Popolari ci sono finora riuscite, passando per una crisi economica che ormai dura da tempo e che ha indebolito il nostro tessuto produttivo. Ciò è stato possibile ancora una volta perché i valori ed i principi ispiratori della governance cooperativa, manifestandosi in tutta la loro forza e vitalità proprio nelle fasi più critiche dell’evoluzione del ciclo, hanno dimostrato ancora una volta di essere una preziosa risorsa per il tessuto sociale ed imprenditoriale di questo Paese e un argine sicuro contro la dispersione e il possibile inaridimento di quel capitale sociale costruito nel tempo e che ha permesso uno sviluppo condiviso ed ampio della società italiana.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari