Letta-Alfano, l’intesa regge (nonostante tutto)
19 Luglio 2013
Enrico Letta parla in Senato sul caso Shalabayeva: "Sono determinato, non ho alcuna intenzione di deludervi e non vi deludero’", esordisce. Il Pd, obtorto collo, si allinea, ma il segretario Epifani avverte, a settembre ‘tagliando’ per il Governo. Si va avanti per il bene del Paese, ma il caso non è chiuso.
Il premier nega il coinvolgimento diretto del ministro Alfano nella vicenda kazaka e rivendica la "totale trasparenza" del Governo. Spiega che "non molleremo la presa" nella verifica del processo che ha portato alla espulsione della moglie dell’oligarca kazako.
Letta definisce la relazione del capo della Polizia, Pansa, "approfondita, corretta e senza sconti", parlando di "fatti che lasciano attoniti e che nel 2013 non devono più accadere". Infine l’altolà diplomatico: "Eviteremo nuove inammissibili pressioni da parte di qualsiasi diplomatico straniero", il comportamento delle feluche kazake è stato "inaudito".
Ma il tentativo di sfasciare il Governo colpendo il ministro Alfano è fallito. Con 226 voti contrari, 55 favorevoli e 13 astenuti, la mozione di sfiducia individuale presentata da M5Se SeL è stata bocciata. Alfano commenta "sono soddisfatto". La maggioranza può tirare un sospiro di sollievo.
Il voto di oggi può essere considerato una prova generale di quanto accadrà dopo la sentenza sui diritti Mediaset. Come nel caso del voto sugli F35, va rilevato che, messi insieme, al Senato, gli oppositori di Letta non hanno grandi numeri.
I renziani si sono divisi sul voto di fiducia. I leghisti, che avevano portato in aula la vicenda durante il question time di Letta, si sono astenuti. I dissidenti piddini sono una pattuglia che non cresce. Se anche lo scoglio, molto più pericoloso, dei processi a Berlusconi verrà superato allora davvero questo Governo potrà andare avanti raccogliendo i risultati delle azioni intraprese.