Berlusconi spariglia: “Qualche genio vuole estromettere Pdl e 5 Stelle”
21 Maggio 2013
di redazione
Silvio Berlusconi continua a sparigliare, ironizzando sul fatto che qualcuno sta "portato avanti l’ipotesi di ineleggibilitàdel sottoscritto dopo 20 anni di voti di milioni di italiani e dopo tanti parlamenti che hanno approvato la mia eleggibilità". E fin qui, era prevedibile che il Cav. reagisse a quella parte del Pd che ancora non si è convinta di aver perso le elezioni e di essere al governo con il Pdl (discorso diverso per Violante, che oggi è spiegato perché è illogico per il Pd perorare la ineleggibilità). Ma il Cav. aggiunge una novitò.
Se da una parte si cerca di far fuori politicamente lui, dall’altra si punta alla "l’ineleggibilità" o "incandidabilità del Movimento 5 Stelle", alludendo alla proposta di legge avanzata ieri dalla coppia Zanda-Finocchiaro. “Benchè si possa dire tutto il peggio, il movimento 5 Stelle è stato votato da milioni di italiani”, riconosce il Cav., che sembra quindi lanciare un monito indiretto ai Democrats. Il “qualcuno” che, secondo Berlusconi, sta tramando nell’ombra, è “un genio perché eliminerebbe Grillo e il sottoscritto con il Pdl”. In questo modo, “il Pd correrebbe da solo… Dove e perché l’hanno tenuto nascosto fino adesso?", si chiede il Giaguaro, e l’impressione è che stia ironizzando di nuovo.
Insomma, il genio non ha capito che, continuando sulla strada delle barricate, quando invece dalle barricate si dovrebbe scendere visto che si sta governando insieme, finirà male. Oggi il Cav. ha anche annunciato una terapia choc per l’economia (abrogazione Imu, detassazione totale per nuovi assunti, riforma di Equitalia e della “burocrazia borbonica”, tenere bassa l’Iva) e rilanciato le riforme istituzionali (dimezzamento del numero dei parlamentari, maggiori poteri al primo ministro e l’elezione diretta del presidente della Repubblica)."Questo governo è un’occasione epocale", non si stanca di ripetere Berlusconi. Per reggere però l’accordo non deve essere caratterizzato da sgambetti e colpi bassi. Poi finirà la “guerra fredda”, la contrapposizione frontale tra centrodestra e centrosinistra.