Funerali di Don Gallo. Si fischia Bagnasco, si applaude Luxuria
25 Maggio 2013
di redazione
Eccoli in azione gli amici degli ultimi, i solidali, gli agnelli e i buoni di spirito. Genova dà l’addio a Don Gallo ma l’omelia del Cardinale Bagnasco viene interrotta da una selva di fischi, mentre sventolano le bandiere anarchiche e si alzano i pugni chiusi. No Tav, pacifisti, Federazione anarchica danno spettacolo facendo quello che conoscono meglio, "Vergogna, vergogna", gridano i mestieranti della contestazione. Un applauso saluta il feretro di Don Gallo, scomparso a 83 anni mercoledì scorso, mentre il Presidente della Cei viene attaccato quando cita il Cardinale Siri, che in passato cacciò Don Gallo dalla Chiesa. Bagnasco deve interrompere l’omelia sopraffatto da chi canta "Bella Ciao". "Voi così non rispettate la memoria e l’insegnamento del Gallo. Lui credeva nella Chiesa, ne aveva un rispetto profondo, ed era convinto che per vivere la Chiesa ha bisogno della testa e del cuore", commenta Lilli, la segreteria storica del prete no global. Il sindaco di Genova, Doria, dice "Don Gallo era una figura complessa: in lui convivevano tre dimensioni, quella di prete, di cittadino e di uomo e tra queste tre dimensioni esisteva una coerenza straordinaria". Secondo Don Luigi Ciotti, "Don Gallo non ha mai distinto tra credenti e non credenti nel suo accogliere ma non faceva sconti a nessuno, era esigente e voleva che tutti imparassero a stare alla tavola dei poveri". Tra i presenti, l’ex parlamentare Vladimir Luxuria, che spiega "Don Gallo ha accolto tutti, gay, transessuali, omosessuali, poveri, drogati, gli ‘ultimi’, perche’ sapeva amare. Ha dimostrato con la sua opera che una chiesa inclusiva è possibile".