Letta a Van Rompuy, l’Europa deve “fare di più”
25 Maggio 2013
di redazione
Enrico Letta scrive al presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, "Bisogna fare di più". E’ la lettera che anticipa la posizione che terrà il governo italiano se dopo mercoledi prossimo l’Italia uscirà dalla procedura di infrazione, dimostrando di aver tenuto i conti in ordine e aver rispettato il paletto del 3% deficit/Pil. Per questo Letta ha incontrato il ministro dell’economia Saccomanni e il vicepremier Alfano in un "vertice di ricognizione". Il premier conferma la strada tracciata dopo l’insediamento; il nostro Paese si muoverà in modo flessibile, senza trasgredire le regole, attento al bilancio, ma cercando una alternativa al rigore che ha buttato mezza Europa in recessione.
L’Italia rispetterà le linee guida per la discesa del disavanzo chieste dalla commissione, anche nel 2014 resteremo sotto il 3% (anziché sotto il previsto 2,3-2,4%) e giocando con dei decimali forse riusciremo a trovare le coperture necessarie per i provvedimenti annunciati in questi giorni. Del resto gli interventi su Imu, Cig, e presto l’Iva, dimostrano che bisogna agire in fretta per trovare finanziamenti.Obiettivo, arrivare al prossimo Consiglio europeo, ri-sedere tra i "virtuosi" e chiedere un cambio di marcia alla signora Merkel. "Carissimo Herman", scrive Letta, "desidero ringraziarti per aver accolto la mia proposta di porre al centro dell’agenda del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno prossimi il tema della disoccupazione giovanile". Il lavoro e la questione giovanile sono il tema che l’Italia ha scelto per spingere sul cambio di rotta.
"Avere finanze pubbliche sane serve", scrive il premier in ossequio alla flessibilità di cui dicevamo, ma se l’Unione "non è capace di intervenire per risolvere la disoccupazione, finirà per alimentare sentimenti di frustrazione e risentimento" facendo crescere "movimenti populisti ed antieuropei". In Italia c’è Grillo che scalpita, in Germania si rafforzano partiti che vogliono tornare alle vecchie valute. Per dare un segnale, l’eurozona deve ridare opportunità alle nuove generazioni, sbloccare i fondi per la disoccupazione giovanile e il fondo sociale europeo. "Sono stati fatti passi avanti importanti, ma non sufficienti. Vi sono diversi fronti su cui dobbiamo e possiamo fare di più". L’Italia può contare sull’appoggio della Francia, Letta la settimana scorsa ha parlato con Cameron, e il nostro Paese potrebbe farsi portavoce di quella "finis europae", dal Portogallo alla Spagna alla Grecia, che ha sofferto maggiormente la crisi.