Fausto e gli altri, darsi fuoco a Natale perché non c’è lavoro
25 Dicembre 2013
di Joe Galt
Fausto Genovese aveva 28 anni ed era originario di un paesino della Basilicata. E’ morto la Notte di Natale al Cardarelli di Napoli dopo essersi dato fuoco perché aveva perso il lavoro. Faceva il carrozziere, gli piacevano le moto e suonare l’organetto. E’ andato in campagna, si è cosparso di benzina e si è bruciato vivo, buttandosi in una cisterna per spegnere le fiamme e e chiamando i soccorsi quando ha capito che sarebbe finita. Ma era troppo tardi.
Giovedì scorso un ambulante 51enne rimasto anche lui disoccupato si è dato fuoco in piazza San Pietro lasciando un bigliettino straziante ai suoi familiari: "sono stanco e non ho un lavoro". Un gesuita che in quel momento stava passando di lì ha provato a salvarlo avvolgendolo nel suo mantello ma non c’è stato nulla da fare. Se ripercorriamo a ritroso le cronache di questo 2013, scopriamo altri casi di giovani e meno giovani italiani diventati torce umane per difficoltà economiche o perché non avevano o non riuscivano a trovare più un lavoro.
L’imprenditore che si è dato fuoco in azienda a Ragusa il 10 dicembre scorso, l’uomo di Gricignano il 3 novembre, il 50enne albanese in provincia di Pesaro a luglio, il 39enne separato e padre di una bimba che si è cosparso di benzina nel municipio di Casarano, a Lecce, nel mese di maggio. Alcuni di loro non sono morti, come invece è accaduto al 54enne Angelo di Carlo, che aveva scelto di finire bruciato come un bonzo per protesta davanti a Montecitorio nell’agosto del 2012, ma sono episodi che si rincorrono, che non fanno notizia come gli immigrati che si cuciono la bocca nel Cie di Ponte Galeria e che però dovrebbero far riflettere la classe politica e le autorità.
Non viviamo in un regime illiberale e corrotto come quello tunisino, ma ricordiamoci sempre che le primavere arabe scoppiarono per la mancanza di pane e lavoro quando Mohamed Bouazizi decise di darsi fuoco a Sidi Bouzid. Da allora, molti altri tunisini hanno deciso di togliersi la vita così.
Nella messa di Natale, Papa Francesco ha chiesto di non dimenticare i "migranti in cerca di una vita dignitosa" che attraversano il Mediterraneo in cerca di "accoglienza e aiuto" ma proprio perché non vogliamo mostrarci indifferenti alle parole del Papa oggi preferiamo ricordare l’italiano Fausto Genovese. Il nostro non sembra più un ‘paese per giovani’ e non solo per giovani. Quest’anno il 9 per cento della popolazione ha dimezzato i regali sotto l’albero. Il rischio di questo incendio è che passi sotto silenzio finché una esplosione più grande non ci sorprenderà.