Navy Yard come 11 Settembre, America senza sicurezza
17 Settembre 2013
Aveva il grilletto facile Aaron Alexis, il 34enne afroamericanoche ieri alla Navy Yard di Washington ha ucciso 13 persone, prima di essere freddato dalla polizia. Nel 2010 era stato coinvolto in un’altra sparatoria e per questo era stato espulso dalla Marina Usa, dopo una lunga serie di episodi di cattiva condotta (il buddismo che praticava non l’ha aiutato).
Girava armato, era già stato arrestato due volte, come racconta La Stampa, una volta nel 2004, quando fece fuoco colpendo un camion di una ditta parcheggiato nei pressi di casa sua. Eppura era diventato un tecnico elettricista di una ditta appaltatrice della Marina e si era rimesso a studiare nella speranza di migliorare il suo curriculum.
Nonostante il suo carattere violento e la propensione per le armi, era un contractor che aveva accesso a luoghi sensibili delle forze armate Usa e ieri si è capito chiaramente quale errore drammatico sia stato non tenerlo maggiormente sotto controllo.
Alexis, racconta il padre, soffriva di disturbi da stress post-traumatico dopo aver partecipato ai soccorsi durante gli attentati dell’11 settembre. E come l’11 Settembre l’America si ritrova indifesa, pronta a essere colpita in ciò che ha di più caro, nei suoi "patrioti", come ha detto Obama ricordando le vittime, senza aver preventivamente saputo bloccare il terrorista o attentatore di turno.
In un Paese che negli anni scorsi ha fatto della sicurezza il mantra della politica interna è un brutto giorno da ricordare.