Disoccupazione, Napolitano riparte dall’articolo 1. “Il Lavoro sta cambiando”
30 Maggio 2013
di redazione
L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro. Lo ricorda con nettezza il Presidente della Repubblica Napolitano: l’articolo 1 della Costituzione provocò grandi e lunghe discussioni tra i Padri Costituenti usciti dal disastro della Guerra in un Paese tutto da ricostruire. Memoria e attualità si fondono nelle parole del presidente, preoccupato dal numero impressionante di giovani disoccupati che scalano non solo le classifiche in Italia ma in tutta Europa (vedi dati Ocse). Ma il passaggio più interessante nell’intervista concessa dal Capo dello Stato al Tg5 è quando Napolitano spiega che "sono cambiate le tecnologie e i termini dell’occupazione", perché è vero, oggi quando si parla di lavoro spesso e volentieri non si sa bene di che materia si tratti, visto che sta cambiando, il "tempo di lavoro" si evolve in modi impensabili fino a pochi anni fa, il sistema della produzione e le forme che regolano l’incontro tra domanda e offerta si moltiplicano mentre il vecchio mondo cerca di contenere e respingere la forza anche destabilizzante del nuovo. Si pensi al mercato della conoscenza legato alle nuove tecnologie, dove parlare di uffici e cartellini da timbrare è diventata una utopia. Secondo Napolitano, l’Italia è indietro nella comprensione di questi fenomeni, in ritardo sullo sviluppo (forse lo è sempre stata tranne in rari casi) e il vero dramma è che probabilmente buona parte dell’Europa condivide con noi questo passo lento e svogliato, da tigre addomesticata. "Adesso basta a rinviare", ammonisce il Presidente rivolgendosi ancora una volta a quella classe politica che lo ha chiamato in extremis a salvare il salvabile. Apriamo una discussione sul lavoro, e iniziamo a riformare la Fornero.