Giovani Turchi, Job Act di Renzi rischia di fare la fine della Fornero
27 Dicembre 2013
I "giovani Turchi" del Pd alzano un muro preventivo sulla riforma del mercato del lavoro, il "Job Act" che a breve dovrebbe essere presentato dal segretario Matteo Renzi. "Il job act annunciato da Matteo Renzi rischia di cadere nello stesso errore di molti interventi che lo hanno preceduto, per ultimo quello firmato da Elsa Fornero," si legge un lungo articolo apparso su "Left Wing", " cioè di camminare sulla testa dei meccanismi che regolano il mercato del lavoro (i contratti), anziché sulle gambe della crescita e così facendo di essere, nella migliore delle ipotesi, inutile".
I "turchi" (Orfini, Raciti, Paris, Gribaudo) contestano l’impatto del taglio del cuneo fiscale e attaccano il concetto di flessibilità: "alla lunga non ha prodotto maggiore occupazione e lo svantaggio relativo dei giovani rispetto agli adulti in termini di tasso di disoccupazione, invece di diminuire, è addirittura aumentato". E ancora, "La tesi tuttora in voga secondo cui un lavoro precario sarebbe meglio di nessun lavoro, perché una volta dentro il mercato diventa più facile passare a impieghi più stabili, è smentita da quasi tutte le ricerche più recenti".
Alla proposta renziana di un contratto a tempo indeterminato con tutele crescenti si risponde con la "stabilizzazione definitiva", l’indennità di disoccupazione e la formazione rischiano di diventare "un pozzo senza fondo", mentre si propone di riformare il Servizio Civile verso un rafforzamento dei centri per l’impiego. Ma la domanda che viene posta a Renzi è "Come si crea lavoro"? chiedendo un piano per la crescita ma anche di "agire sulla leva fiscale con un contributo maggiore da parte di chi ha di più".