Le Pussy Riot graziate non ringraziano Putin, “lo cacceremo”
27 Dicembre 2013
di redazione
Putin le ha graziate ma le Pussy Riot non gli dicono grazie anzi, tornano a sfidare lo zar: "vogliamo continuare a fare ciò per cui siamo finite in prigione, vogliamo cacciarlo", dice Nadia, che accanto alla collega Masha parla in conferenza stampa a Mosca dopo il rilascio. Hanno passato in carcere 21 mesi ma non si arrendono, parlando a un tiro di schioppo da quella cattedrale del Cristo Salvatore dove inscenarono la "preghiera sacrilega" che gli costò la condanna per "teppismo motivato da odio religioso". Secondo le Pussy, Putin le ha liberate per "le pressioni occidentali", per ridare un’immagine democratica alla Russia in vista delle Olimpiadi invernali di Sochi già boicottate dal francese Hollande. "Decidere se parteciparvi o no è un atto politico, significa decidere se avallare la politica russa e il suo leader", dicono, Putin è "una persona che vuole controllare tutto, ma prima o poi il controllo gli sfuggirà dalle mani".