Berlusconi riunisce Pdl. La grazia, il voto e l’interesse dell’Italia

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Berlusconi riunisce Pdl. La grazia, il voto e l’interesse dell’Italia

02 Agosto 2013

Le dimissioni dei parlamentari Pdl rimesse alle decisioni dei capigruppo, ministri compresi. La grazia richiesta al Quirinale e nuove elezioni se non ci sarà una riforma della giustizia. Il "day after" di Berlusconi e del Pdl dopo la sentenza della Cassazione si riassume in questi tre punti, sviscerati durante l’incontro tra il Cav. e i parlamentari di ieri pomeriggio. Sempre ieri, il pm di Milano Pomarici aveva firmato l’ordine di esecuzione della sentenza con sospensione della pena fino a quando non si chiarirà se B. trascorrerà l’anno di pena inflitta ai domiciliari o ai servizi sociali.

A caldo, la linea del partito sembra farsi critica verso le larghe intese, nella convinzione che elezioni subito servirebbero ad ottenere un risultato politico positivo. I pidiellini hanno consegnato i loro mandati nelle mani dei capigruppo Brunetta e Schifani che a loro volta fanno sapere di voler chiedere la grazia al Colle, quando lunedì il Presidente Napolitano tornerà dalle vacanze. Schifani intende muoversi "nel rispetto della Costituzione" in modo che sia garantita a Berlusconi quella libertà che gli spetta per la sua storia. Napolitano dovrebbe quindi "ripristinare lo stato di democrazia" alterato dalla sentenza. Brunetta ragiona sul fatto che se alla richiesta di grazia non ci fosse risposta positiva, allora bisognerà difendere la democrazia nel Paese.

Da parte sua, l’inquilino del Quirinale fa sapere informalmente che i requisiti per la concessione della grazia sono stabiliti per legge (per quel che si sa non potrebbe essere richiesta dai capigruppo Pdl). Il Corriere riporta anche una serie di dichiarazioni del vicepremier Alfano convinto del fatto che se occorre difendere gli ideali del centrodestra, la storia politica di Berlusconi e del Pdl, "siamo tutti pronti alle dimissioni, a partire dai ministri al governo". Berlusconi ha comunque messo innanzi a tutto l’interesse dell’Italia, senza discostarsi troppo dalla dichiarazione fatta ieri dal premier Letta.