Se ne va Enrico Ruggiero, l’europeista che disse no a Bossi e Tremonti
04 Agosto 2013
di redazione
Renato Ruggiero molti lo ricorderanno per i pugni sbattuti sul tavolo da ministro degli esteri del Governo Berlusconi nel 2002, quando decise di fare le valigie in opposizione a Bossi e Tremonti e difendendo l’Europa. E’ morto ieri a Milano, sua città di adozione (era napoletano di origini), per una lunga malattia che lo aveva portato al ricovero al San Raffaele. Per Ruggiero l’Europa è sempre stata la stella polare, l’antidoto ai nazionalismi risorgenti nel vecchio continente, la comunità che andava unita con l’euro, la contestatissima ma ineludibile moneta unica. Ma era anche un alfiere del multilateralismo, ideale che lo aveva portato a diventare il primo direttore dell’Organizzazione mondiale del Commercio a Ginevra. Presidente (per qualche mese) dell’Eni, amico dell’avvocato Agnelli e di Henry Kissinger, di Carlo Azeglio Ciampi, Ruggiero aveva trascorso gli ultimi anni a Citibank e mantenendo il posto presidente dell’International advisory board del gruppo Unicredit. Una "riserva della Repubblica", come si dice oggi.