Mafia, arrestati figlia e genero del boss Mangano in Lombardia
25 Settembre 2013
di redazione
Due colpi nel giro di poche ore sono stati inferti a Cosa Nostra, uno a Palermo e uno a Milano, proprio a pochi giorni di distanza dalla consegna della relazione sul secondo semestre 2012 spedita al Parlamento dalla Dia. Mentre la Dia di Palermo ha confiscato un enorme patrimonio immobiliare appartenente a Giuseppe Grigoli, uomo di fiducia del boss latitante Matteo Messina Denaro, la squadra mobile di Milano portava a termine l’operazione "Esperanza" smantellando così un’organizzazione mafiosa lombarda, diretta emanazione di Cosa Nostra. Le indagini della Polizia si sono concentrate su una rete di cooperative di logistica e servizi che avrebbero, attraverso falsa fatturazione e lo sfruttamento di manodopera clandestina, realizzato profitti in nero a partire dal 2007. Tra gli arrestati Cinzia Mangano, figlia del boss Vincenzo Mangano, l’ex "stalliere di Arcore", assunto con funzioni di amministratore nella villa di Berlusconi, Enrico Di Grusa, marito dell’altra figlia di Mangano, e Giuseppe Porto, imprenditore da tempo sotto osservazione per i suoi legami con "Cosa Nostra". La mafia siciliana quindi ha allungato i suoi tentacoli fino al Nord Italia, così come era già accaduto per la ‘ndrangheta, e soprattutto sta cambiando fisionomia. Poco resta dei metodi che l’hanno resa famosa. Sopravvivono intimidazioni e minacce ma il resto è mutato. La figlia di Mangano e i suoi complici erano infatti ben ancorati al mondo imprenditoriale lombardo e fornivano attraverso le loro cooperative servizi di ogni genere, trattando gli operai come le bestie e fatturando il falso. Cooperative che dopo un anno venivano chiuse e poi dopo riaperte per rendere impossibili i controlli.