Khamenei, nucleare un diritto. Offensiva del sorriso dell’Iran
20 Novembre 2013
di redazione
La Guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, torna a rivendicare un Iran nucleare. "Non cederemo di una virgola nei nostri diritti", dice parlando ai Basiji, i guardiani della Rivoluzione che repressero nel sangue la primavera di Teheran. Pugno di ferro ma in guanto di velluto: "Vogliamo servire tutta l’umanità, tutti gli esseri umani. Vogliamo essere buoni con tutti. Vogliamo avere relazioni amichevoli con tutte le nazioni: anche con la nazione americana sebbene il governo Usa sia un governo ostile". Ma per la guida dei mullah atomici, il "regime sionista" resta "il cane rabbioso della regione", e parla con "bocca malevola e sporca". Secondo Israele, infatti, "invece di arrendersi alla offensiva del sorriso" di Teheran, "è importante che loro si arrendano alla pressione in atto in modo che abbandonino il programma nucleare". Ma Gerusalemme e Washington non sembrano sulla stessa lunghezza d’onda. Secondo il presidente Obama bisogna verificare la possibilità di una "soluzione diplomatica" e l’ipotesi di Ginevra ovverso una "modesta" revoca delle sanzioni contro Teheran, fermo restando che tra qualche mese l’Iran dovrà mostrare di aver rinunciato davvero al suo programma atomico.