Marò, dopo rinvio India e Italia ai ferri corti
18 Febbraio 2014
di redazione
Dopo l’ennesimo rinvio della Corte Suprema dell’India sul caso Marò italiani Latorre e Girone, bloccati da due anni a Nuova Delhi senza capi di imputazione, il ministro degli Esteri Bonino rischiama l’ambasciatore italiano Mancini e parla di "manifesta incapacità" del governo indiano nella gestione della vicenda. "Non possono continuare a essere vittime delle lungaggini indiane", afferma Bonino, i Marò "devono tornare a casa". Altre iniziative sono in cantiere, che sempre secondo Bonino "saranno sottoposte al nuovo governo". Indiscrezioni parlano di un possibile ritiro dell’Italia dalle missioni internazionali anti-terrorismo, visto che proprio l’India con il suo atteggiamento ha voluto far credere che i nostri Marò fossero dei terroristi. Viene anche chiamato d’urgenza alla Farnesina l’ambasciatore dell’India, Basant Kumar Gupta. Da un punto di vista processuale, in India il prossimo appuntamento sarà per lunedì 24 febbraio: il giudice Chauhan, una volta chiarita la linea del governo indiano, dovrebbe finalmente prendere una decisione. "E’ un segnale della difficolta’ del governo indiano", il commento dell’inviato speciale del governo italiano, Staffan de Mistura. "Un ennesimo rinvio, un ennesimo ultimatum. Ma stavolta francamente e’ troppo. Sono due anni e due settimane e senza neanche un pezzo di carta. Continuino pure a rinviare, se vogliono. Ma i due maro’ intanto tornino a casa".