Abbado, se ne va la bacchetta magica dell’Italia nel mondo
20 Gennaio 2014
di redazione
Claudio Abbado, uno dei grandi direttori di orchestra che il mondo ci invidiava e’ morto a 80 anni. e’ stato applaudito direttore della orchestra musicale della Scala, della Staatsoper di Vienna e direttore artistico della Filarmonica di Berlino. Nominato senatore a vita lo scorso agosto aveva devoluto il suo stipendio alla scuola di musica di Fiesole. Per Abbado l’arte era un esercizio di libertà e la musica una forma di politica da carpire nel suo modo di dirigere e nelle sue scelte musicali. Difensore dell’arte pubblica e fiero oppositore dei tagli alla cultura, una volta disse: «Vorrei che si affermassero sempre più le convinzioni che ispirano il nostro modo di lavorare: studiosi, politici, artisti, organizzatori, responsabili e semplici cittadini possono, insieme, determinare una reale collaborazione tra arte, scienza ed etica». Classe 1933, si forma e viaggia in mezzo mondo, e’ di casa negli Stati Uniti e in Europa, dalla Scala di Milamo ai filarmonici di Vienna. Tra i suoi compositori preferiti c’è Mahler, e sua l’idea di un approccio ‘filologico’ all’opera musicale. Forse per questa serietà quasi scientifica verso il fatto artistico, nel fatidico 1989, Abbado diventa direttore principale dei Berliner Philharmoniker.