Contro Gentile metodi intimidatori, ma con noi non attacca

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Contro Gentile metodi intimidatori, ma con noi non attacca

02 Marzo 2014

Incapace di resistere a lungo senza la pratica del diffuso sport "dagli al mostro", la politica italiana sembra aver trovato il suo nuovo bersaglio: Tonino Gentile, senatore del Nuovo Centrodestra e da qualche ora sottosegretario alle Infrastrutture. Cos’avrebbe fatto il senatore Gentile per meritare tanta celebrità? Ci asteniamo dall’entrare nel merito, cosa che pure faremmo volentieri, e ci limitiamo per ora a registrare che della vicenda nella quale è stato tirato in mezzo si conoscono due versioni: quella di alcuni organi di stampa politicamente molto orientati che l’hanno raccontata e quella, di segno opposto, contenuta in una voluminosa, circostanziata e per nulla elusiva querela che il neo sottosegretario ha fatto pervenire agli organi di stampa medesimi.

Se Gentile fosse stato ancora il coordinatore regionale del berlusconiano Popolo della Libertà, carica ricoperta a lungo e con successo, il Giornale non avrebbe esitato a riconoscere che a un attacco mediatico fondato su vicende presunte, men che mai accertate e addirittura smentite con tanto di atti giudiziari, nessuno può essere crocifisso e nemmeno flagellato o "mascariato". Visto che invece parliamo di uno degli esponenti di punta di Ncd in una regione nella quale gli alfaniani hanno fatto cappotto nella partita interna al centrodestra, il foglio di Sallusti ha riesumato ben noti metodi con i quali, a forza di criticare il giacobinismo della sinistra, sembra aver preso dimestichezza. Proprio così: perché l’attacco a Gentile di qualche settimanale della sinistra, con lo scopo per nulla celato di colpire Angelino Alfano, per ragioni di lotta politica lo si poteva pure mettere nel conto.

Quel che colpisce, in tutta questa vicenda, è che a partire col "dagli al mostro" sia stato proprio il fu Giornale di Montanelli (altri tempi…). Evidentemente Forza Italia si è fatta due conti e ha capito che una delle sue roccaforti elettorali le è definitivamente sfuggita di mano. Il tentativo di evitare che il Nuovo Centrodestra si rafforzasse ulteriormente in Calabria con la nomina di un sottosegretario amato e competente è stato fin troppo chiaro. Ma è andato a vuoto. L’avevamo detto in tempi non sospetti, lo ribadiamo ora: rassegnatevi, certi metodi – questi, sì, tipici di una cultura dell’intimidazione che non ci appartiene – con noi non attaccano.