Gentile contro la macchina del fango, lettera aperta ai giornali italiani

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Gentile contro la macchina del fango, lettera aperta ai giornali italiani

02 Marzo 2014

In una lettera aperta inviata ai giornali italiani, il senatore Antonio Gentile, del Nuovo Centrodestra, risponde alle accuse di cui è vittima ormai da giorni. Gentile reagisce alla macchina del fango partita dalla Calabria che sembra aver contaminato anche la grande stampa nazionale. Una lettera per fare chiarezza che riportiamo integralmente:

Cari Direttori,

la replica di Luciano Regolo alle mie dichiarazioni mi induce a scrivervi direttamente attraverso questa lettera aperta. Credo infatti fermamente nella libertà di stampa quale cardine della democrazia, nella mia vita politica l’ho sempre promossa e contribuito a garantirla, e per questo smentisco con vigore quanto mi viene ingiustamente addebitato e a dimostrazione della correttezza del mio comportamento mi dichiaro fin d’ora pronto a fare un passo indietro qualora si dimostrasse un mio coinvolgimento nella mancata uscita in edicola del quotidiano ‘L’ora della Calabria’. Credo anche, tuttavia, che la libertà di stampa e di informazione sia tanto più piena quanto più coniugata con il rispetto della verità dei fatti e con il diritto inviolabile della persona alla propria dignità.

Per questa ragione, certo della buona fede di quanti fra voi si sono espressi negativamente sulla mia persona, ritengo doveroso smentire pubblicamente quanto mi viene addebitato, come ho già fatto di fronte all’autorità giudiziaria alla quale ho chiesto tutela e in una comunicazione al presidente Grasso, e portare alla vostra attenzioni alcuni dati di fatto che di seguito sinteticamente enumero.

1) Non sono sottoposto a indagini né coinvolto in alcuna vicenda giudiziaria.
2) Il quotidiano ‘L’Ora della Calabria’ è edito dalla famiglia Citrigno, gruppo economico con interessi nella sanità nonché nell’editoria e diverse cointeressenze politiche, il cui capostipite Piero sta scontando agli arresti domiciliari una pena definitiva a quattro anni e otto mesi per usura. I beni suoi e del figlio Alfredo (le cui conversazioni telefoniche impazzano sul web) sono stati sottoposti nel gennaio scorso dalla Dda di Catanzaro a sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un valore di 100 milioni di euro.
3) la testata giornalistica "Ora della Calabria" è stata sottoposta a due procedure fallimentari, che vedono Piero nonché Alfredo Citrigno sottoposti a procedimenti penali per bancarotta e fortemente esposti economicamente.
4) Sono note le condizioni economicamente indegne alle quali sono soggetti coloro che lavorano per quella testata. Uno di loro, Alessandro Bozzo, si è tolto la vita per essere stato fortemente demansionato economicamente. Per tale tragica vicenda il Citrigno è stato rinviato a giudizio.
5) Il giornale ‘L’Ora della Calabria’ è da sempre pregiudizialmente ostile alla mia famiglia, e già in diverse occasioni ciò ha dato adito a contenziosi giudiziari per i reati di diffamazione a mezzo stampa.
6) Da tre anni vivo sotto scorta, dopo aver subito pesanti minacce da parte delle organizzazioni criminali, per aver denunciato le infiltrazioni mafiose presenti nella mia Regione e in particolare vecchie stabilizzazioni operate presso quella stessa Asp di Cosenza dove sedeva un pregiudicato, rinviato a giudizio con Citrigno per inaccettabili operazioni immobiliari del servizio pubblico.
7) Questa assurda vicenda trae origine dall’asserito coinvolgimento in una indagine della persona di mio figlio, mai raggiunto da alcuna comunicazione da parte dell’autorità giudiziaria. Tale presunta notizia, la cui pubblicazione sarebbe stata causa di pressioni per impedire l’uscita dell’Ora della Calabria, risultava già ampiamente pubblicata da altri organi di stampa, ivi compreso il sito web de ‘L’Ora della Calabria’ la cui pagina è stata successivamente oscurata e la cui uscita cartacea in edicola mai da me è stata in alcun modo bloccata.
8) Subito dopo la conferenza stampa indetta dal direttore Luciano Regolo, giungevano le repliche non solo da parte dello stampatore Umberto De Rose, ma anche da parte dello stesso editore il quale smentiva decisamente ogni forma di pressione, per poi in seguito cambiare incredibilmente versione.
9) A tutela del mio onore e della mia reputazione ho presentato lo scorso 26 febbraio, ben prima della formazione dell’attuale compagine governativa, un’ampia denuncia-querela per ripristinare la verità dei fatti. Ho altresì trasmesso una nota esplicativa di quanto accaduto al Presidente del Senato Pietro Grasso.
10) Questi sono gli strumenti che lo Stato italiano mi concede a tutela dei miei diritti, e di questi mi sono avvalso. Nonostante ciò, la gogna è proseguita senza sosta e anzi in crescendo al solo fine di colpire la mia persona e il movimento politico al quale appartengo e che nella mia Regione ha registrato significative adesioni, di farmi scontare il successo elettorale regionale ottenuto contro un assetto politico che aveva assicurato a Citrigno accreditamenti di cliniche e prebende di vario genere, e di contenere attraverso la maldicenza e la speculazione i gravosi debiti di un giornale che si trova nella situazione che ho descritto.
11) Ribadisco il mio rispetto per la libertà di stampa e per i tanti direttori e giornalisti che in nome di giusti ideali hanno in buona fede espresso il loro sdegno per una notizia non corrispondente al vero, ed è in nome della stessa libertà e dei principi di uno Stato di diritto che ho inteso sottoporre questi dati di fatto alla loro attenzione.
12) Preciso fin da ora che gli eventuali risarcimenti dei danni che mi dovessero essere riconosciuti nei procedimenti derivanti dalle mie querele saranno devoluti integralmente alla vedova di Alessandro Bozzo.

Sen. Antonio Gentile