L’Italia tra emigranti e immigrati. Esportiamo cervelli ma non ne importiamo
28 Gennaio 2014
Gli ultimi dati Istat raccontano un’Italia dove cresce l’emigrazione, soprattutto giovanile, mentre si contrae l’immigrazione straniera. L’indagine "Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente" prende in considerazione i dati relativi al 2012. Il nostro Paese esporta sempre più cervelli, uno su tre dei nuovi emigranti è laureato, 9.000 nel 2012 sono partiti verso altri Paesi europei, Germania, Francia, Gran Bretagna, Svizzera, verso gli Usa e il Brasile, e almeno per adesso non sembrano intenzionati a tornare.
Nel 2012, in Italia secondo Istat sono arrivati 351 mila immigrati, 35 mila in meno del 2011, con un calo di circa il dieci pèr cento. Al 31 dicembre 2012, gli stranieri in Italia erano il 7,4 per cento della popolazione residente. Tra gli arrivi, chi ha scelto l’Italia sempre nel 2012 sono stati soprattutto i rumeni, oltre ottantamila persone, poi cinesi, marocchini e albanesi (in tutto 50 mila persone). Si riducono sensibilmente gli arrivi di ucraini e latino-americani mentre aumenta il numero degli africani (+1,2), provenienti da Paesi in crisi o in preda a conflitti etnici o religiosi, come la Nigeria.
Il saldo migratorio è di 245 mila unità nel 2012, circa il venti per cento in meno del 2011. "Cervelli in fuga" all’estero e nuovi ingressi di immigrati nel contesto di un netta diminuzione di occupati nel mondo delle comunità straniere nostrane, e aumenta il numero dei nativi disposti a svolgere mansioni che prima venivano esercitate prevalentemente dagli immigrati. Che i giovani italiani partano per fare esperienze di studio e di lavoro all’estero non è di per sé un male, a patto che si parta per tornare, se uno lo vuole. Più problematico riuscire a far conciliare l’offerta con la domanda di lavoro straniera: non sembra che l’Italia riesca ad attrarre professioni e competenze tali da raggiungere un saldo positivo con i nostri connazionali formati a livello universitario che scelgono di andarsene.