Lo zio di Kim giustiziato, il volto brutale della Corea comunista
13 Dicembre 2013
di redazione
Corea del Nord. E’ finita nel peggiore dei modi per lo zio di Kim Jong-un, il numero due del regime Jang Song-Thaek, 67enne, condannato a morte e giustiziato nella giornata di ieri. Lo fa sapere l’agenzia stampa Pyongyang KCNA: Jang il "traditore" è stato eliminato per "atti criminali" ed essersi posto alla guida di una "fazione controrivoluzionaria". Con lui, giustiziati anche due collaboratori. Jang era il vicepresidente della Commissione di difesa nazionale. Il Politburo, il partito unico comunista del regime nordcoreano aveva arrestato Jang che era stato sottoposto a un processo pubblico in perfetto stile comunista. Secondo gli esperti, la sua epurazione sarebbe solo l’ultima mossa del giovane Kim di liberarsi di "tutori" scomodi rafforzando la sua posizione al potere e l’ortodossia di regime. Lo zio infatti aveva visitato la Corea del Sud, rendendosi conto di come funziona l’economia capitalistica e sembrava interessato anche ai cambiamenti economico-politici che sta vivendo la Cina. Abbastanza per liberarsi di lui, accusandolo di avere "l’ambizione frenetica di impadronirsi del potere supremo del nostro partito e del nostro Stato".