Da Gazprom alla base occupata in Crimea: la Ue non capisce Putin

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Da Gazprom alla base occupata in Crimea: la Ue non capisce Putin

08 Marzo 2014

Le minacce dell’ad di Gazprom, Miller, che ammonisce l’Europa parlando di "risvolti importanti" per la Ue se Mosca chiudesse il rubinetto del gas con la insolvente Ucraina. L’ironia del portavoce di Putin sui "garanti europei" incapaci di rispettare i patti. L’attacco congiunto di cosacchi e militari russi contro una base antiaerea ucraina in Crimea. Tutto questo dovrebbe illuminare l’Occidente su quanto sta accadendo: Mosca non ha alcuna intenzione di fermarsi e il conflitto in Ucraina e’ destinato a durare a lungo. Secondo indiscrezioni, i soldati ucraini nella base in Crimea si sono arresi e hanno lasciato la loro postazione. Esattamente quello che Usa ed Europa dovrebbero evitare invece di pensare a boicottare le paralimpiadi di Sochi. A Simferopoli, capitale della penisola sul Mar Nero, una troupe di giornalisti della Ap e’ stata maltrattata, accusata di spionaggio e fermata per ore, tanto per ricordare di che credito gode la stampa nella Santa Madre Russia. E mentre si apprende che l’ex presidente ucraino Ianukovich versa in gravi condizioni dopo un infarto, il portavoce di Putin commenta: «È assai curioso che ora dall’Europa risuonino appelli alla Russia a condurre trattative con personaggi di Kiev che si definiscono potere dell’Ucraina con la mediazione di poteri occidentali, questo non può che suscitare che un sorriso perché certamente il credito di fiducia verso questi “garanti” è certamente esaurito dopo il destino che è toccato al documento firmato da Ianukovich a Kiev". Chiaro come il sole: la Russia non teme la Ue e Putin proseguirà sulla sua strada. Non si tratta solo di agire, come il presidente russo ha dimostrato di fare invadendo la Crimea, e’ proprio la dimensione ideologica che muove Putin a non essere compresa dalle cancellerie europee. L’idea postmoderna della fine dei conflitti, del multilateralismo senza crisi, della kantiana pace perpetua, il Ventunesimo secolo della mano tesa sognato dal presidente Obama al Cairo, non funziona con Putin, che vive sospeso tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo e come ha detto la signora Merkel non si riesce a capire cosa pensi. Ma sono l’Europa e anche gli USA che non capiscono: credono di vivere in un mondo che funziona secondo le loro regole mentre l’ex KGB ragiona nel più classico schema di scontro delle civiltà.