Combattiamo la mafia con le parole e con i fatti
30 Gennaio 2014
Le stagioni della mafia non è il titolo di un film. Perché se "la mafia uccide solo d’estate" (come recita il titolo dell’ultima pellicola di Pif, che consigliamo), durante il resto dell’anno non resta certo in silenzio. E così, tra collaboratori di giustizia, intercettazioni, 41-bis, falsi-pentiti, maxiprocesso, trattativa Stato-Mafia, boss, arresti, beni confiscati, inchieste, non passa giorno (o quasi) che non si parli della criminalità organizzata. E’ un fatto positivo o negativo?
Positivo, perché per sconfiggere la mafia bisogna conoscerla, bisogna analizzarla, bisogna opporle e diffondere quella cultura della legalità troppo spesso dimenticata. E, ancora, positivo come ci suggeriscono le parole di Paolo Borsellino: "Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene". Un monito per tutti, un suggerimento per chi crede nella legalità, un auspicio per noi giovani. Le parole infatti sono importanti e chi ha il compito di difendere i cittadini ha allo stesso tempo il dovere di passare ai fatti.
Un esempio: due giorni fa è stata votata (stavolta quasi sotto silenzio) al Senato l’approvazione dell’articolo 416-ter del Codice Penale sullo scambio elettorale politico-mafioso. Grazie al quale – in caso di approvazione definitiva anche alla Camera – "le organizzazioni mafiose ed i loro insospettabili prestanome perderanno presto la voglia di ridere di chi vive nella legalità e si spende per rompere le maglie delle connivenze e dell’omertà", ha detto l’onorevole Rosanna Scopelliti, deputata Ncd in Commissione Antimafia.
Un altro esempio che fa capire di essere sulla strada giusta: nelle conversazioni intercettate dalla Dia tra il capo di Cosa Nostra, Totò Riina, e il boss pugliese Alberto Lorusso, il primo si accanisce contro il Ministro dell’Interno Angelino Alfano, favorevole a un inasprimento del 41-bis per quei boss che facevano o fanno uscire informazioni dal carcere, anche e soprattutto sotto forma di minaccia nei confronti dei magistrati (come nel caso dell’attacco di Riina al Pm Nino Di Matteo).
"Quel disgraziato di ministro dell’Agrigentino, là al Ministero dell’Interno, è proprio accanito con questi quarantunisti, questo è accanito proprio, è una canaglia!". Sono le parole utilizzate da Riina: dure, pericolose come sempre, ma che dimostrano come il Ministro Alfano e noi con lui ci battiamo davvero perché la stagione della mafia si chiuda una volta per tutte!