Governo, via libera al decreto carceri. Verso una giustizia giusta

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Governo, via libera al decreto carceri. Verso una giustizia giusta

18 Dicembre 2013

Non è un indultino, i tempi della giustizia saranno più rapidi, si è offerto una risposta ai moniti di Napolitano e alle richieste della Ue. In sintesi, Letta e Cancellieri presentano così il pacchetto giustizia. E’ netto il premier Letta: dal decreto sulle carceri non verranno "in nessun modo elementi di pericolosità per i cittadini". Gli fa eco il ministro della Giustizia Cancellieri, "niente indultino" e "l’uso del braccialetto elettronico sarà facilitato, ma verrà usato solo nei casi di detenzione domiciliare". Secondo Letta, grazie al decreto, miglioreranno i tempi della giustizia civile, ma soprattutto: "Il decreto sulla situazione carceraria è una prima importante risposta alla lettera appello del Capo dello Stato al Parlamento che prevedeva un ventaglio di possibili interventi per calmare situazione esplosiva delle nostre carceri ed evitare anche interventi sanzionatori da parte di organismi sovranazionali". Come dire, l’Italia non è più un sorvegliato speciale. Infine la riforma della custodia cautelare; su questo il governo non ha previsto un proprio testo, "abbiamo deciso di rifarci al testo che è stato discusso e già avviato a votazione in Aula", spiega Letta, "auspichiamo che la discussione possa avvenire in parallelo con la discussione sugli altri temi relativi alla giustizia". Sui tempi più celeri della giustizia interviene anche il ministro Cancellieri, "In alcune cause semplici che possono essere decise con procedimento sommario, se di facile comprensione e conclusione, il giudice potrà passare a una formula semplificata che consentirà una riduzione del processo da tre anni a un anno", spiega. Sono circa tremila i detenuti che usciranno dalle carceri nei prossimi due anni grazie al provvedimento. Tra gli altri dispositivi messi a punto nel provvedimento, uno "sconto" maggiore per la liberazione anticipata, la stabilizzazione dei domiciliari alla fine della pena, l’espulsione al posto degli ultimi due anni di carcere per gli immigrati, più servizi sociali, l’introduzione del reato di piccolo spaccio di droga con pene minori.