Meredith, la difesa del giudice. “Non ho anticipato motivazioni sentenza”

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Meredith, la difesa del giudice. “Non ho anticipato motivazioni sentenza”

05 Febbraio 2014

"Non ho inteso anticipare le motivazioni della sentenza", a dirlo Alessandro Nencini, il presidente della Corte d’Appello di Firenze che ha condannato Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher. "Non metto in dubbio la legittimità della scelta di un imputato di rendere spontanee dichiarazioni", ha sottolineato il giudici facendo riferimento al "caso" Sollecito. "In relazione agli articoli di stampa che hanno riportato mie affermazioni sul processo per la morte di Meredith Kercher intendo precisare che non vi è stata alcuna intervista organizzata o preordinata", aggiunge Nencini. "Ho incontrato casualmente alcuni giornalisti nei corridoi del palazzo di giustizia che mi hanno riferito di voci ed illazioni che circolavano sulla durata della camera di consiglio. Ho quindi avuto con loro un breve colloquio destinato, nelle mie intenzioni, a chiarire possibili equivoci. Di questo mi assumo la responsabilità, riaffermando che non ho inteso anticipare in alcun modo le motivazioni della sentenza". E ancora: "In particolare non ho espresso alcun giudizio sulla strategia processuale delle difese degli imputati. Anzi l’unico riferimento, peraltro riportato nell’articolo apparso sul Messaggero, è quello in cui ho affermato che gli imputati sono stati difesi nel processo ‘ad altissimo livello’. Se le mie parole hanno generato fraintendimenti su questo punto e sulla assoluta legittimità della scelta di un imputato di rendere spontanee dichiarazioni me ne rammarico. Queste precisazioni erano doverose per il rispetto che devo alle persone che con me hanno partecipato al processo e all’Ordine cui mi onoro di appartenere; oltre che per coerenza con la mia storia professionale, fatta di oltre trenta anni di lavoro svolto senza riflettori e senza interviste".