Lanciamo un’Opa sui voti in uscita da Forza Italia

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Lanciamo un’Opa sui voti in uscita da Forza Italia

25 Marzo 2014

Senatore Quagliariello, pensa che Forza Italia sopravviverà allo shock di Berlusconi incandidabile?

«No, non credo che si riprenderanno».

È una speranza, la sua, o una previsione?

«Una presa d’atto della realtà. Gli unici che in quel mondo sono rimasti a esprimere una visione innovativa, riformista, condivisibile, sono la Pascale, la Rossi, Toti… Cioè figure in simbiosi con Berlusconi ma senza un seguito forte nel partito. Mentre a controllare Forza Italia sono persone che a mio avviso interpretano la linea più estremista e sbagliata».

Un paradosso senza vie d’uscita…

«Esatto. Prima che ci obbligassero a fare le valigie, noi avevamo provato a coniugare il rispetto per una leadership con una prospettiva di futuro incarnata da Alfano. E se ci avessero dato retta, non sarei adesso qui a dire che abbiamo avuto ragione su tutti i fronti».

Ragione su cosa, scusi?

«Che Berlusconi, purtroppo, avrebbe comunque dovuto fare i conti con l’interdizione derivante da una sentenza ingiusta. Che il salto nel buio della crisi sarebbe stato irresponsabile. Che la legislatura doveva andare avanti per fare le riforme…».

Rivendicarlo ora serve poco.

«Infatti noi del Nuovo centrodestra non possiamo accontentarci di dire: avevamo ragione noi. Perché il caos politico in Forza Italia è tale che tra poco potremmo assistere a una vera e propria fuga degli elettori moderati da quel partito. E se non ci sbrighiamo a intercettarli, sa chi li potrebbe trarne vantaggio? Renzi».

E come mai voi stessi rischiate di essere bypassati?

«Anzitutto per effetto dell’operazione politica "geniale" (lo metta tra virgolette, in modo da far cogliere l’ironia) di chi in Forza Italia ha beatificato Renzi agli occhi del popolo moderato, presentandolo come un sosia giovane di Berlusconi. Si aggiunga la criminalizzazione quotidiana di Alfano e del Ncd da parte di organi ultra-berlusconiani. Ma soprattutto, si consideri che il presidente del Consiglio è stato abile e pronto a sottoscrivere e rivendersi le nostre tesi programmatiche, i nostri punti qualificanti, che ora fanno parte della piattaforma di governo. Un governo tendenzialmente di legislatura».

Per voi una vittoria, non crede?

«Indubbiamente sì. Però in questo modo Renzi si è preso il palcoscenico e, se non adottiamo le contromisure, si prenderà pure i voti in fuga da Forza Italia».

Come pensa che potrete riuscirci?

«Lanciando subito un’Opa sugli elettori moderati».

Cioè un’offerta politica più allettante di quella renziana. Ma se lei ha appena detto che il premier è stato lesto a rubarvi le carte migliori…

«Tra noi e lui rimangono differenze profonde. Basti dire che ha collocato il suo partito tra i socialisti europei. Il che presuppone un orizzonte di valori alternativo che Ncd incarna, rappresenta e difende in questo governo».

Una vostra alleanza con l’Udc potrebbe gettare le basi dell’alternativa a Forza Italia?

«Messa così, la risposta è no. La semplice confederazione di sigle non ci farebbe compiere passi avanti. Quello che serve è unaproposta seria rivolta a tutto l’elettorato liberale, cattolico, moderato e conservatore. Unita a una salda leadership che è quella di Alfano».

La vostra «Opa» su Forza Italia non rischia di mettervi in urto con Renzi?

«Stare lealmente nel governo non vuol dire trasformarci nel suo ufficio studi… Il presidente del Consiglio, che è anche segretario Pd, deve attendersi un interlocutore più forte e più ambizioso, deciso a piantare le proprie bandiere».

Non è che, per caso, impedirete a Renzi di vincere le Europee?

«Il nostro obiettivo è che, se il governo ne uscirà premiato, a beneficiarne non sia solo lui».

(Tratto da "La Stampa", intervista di Ugo Magri)