Quando opposizione fa rima con contraddizione
03 Luglio 2014
A guardar bene la situazione che si è venuta a creare tra il premier e le opposizioni sulle riforme sembra quasi paradossale. Da una parte abbiamo un leader, Silvio Berlusconi, che non solo conferma l’impianto del Nazareno ma sembra voler regalare al premier su un piatto d’argento una legge elettorale che renderebbe lui (Renzi) e il Pd più forti di quanto siano adesso. Silvio però strappa così tanto che, in una fumantina riunione con Forza Italia, una fetta crescente del partito inizia a prendere le distanze.
Dall’altra parte abbiamo un partito, il Movimento 5 Stelle, che dopo essersi autorecluso in una Guantanamo parlamentare adesso scopre la bellezza della mediazione, chiede e ottiene incontri, fissa appuntamenti, e pare disposto ad archiviare il filibustering entrando in una nuova fase di maturità istituzionale (ok, forse stiamo esagerando). Questo partito, però, mutatis mutandis, ha un leader che ancora ieri definiva Renzi un "bambino presuntuoso" e l’Italicum una proposta di legge elettorale al limite della costituzionalità. Insomma non sembra che il capocomico uno streaming lo rifarebbe.
Per la serie: speriamo bene come andrà a finire la girandola di incontri (ri)cominciata ieri con il faccia a faccia tra Berlusconi e Renzi. Perché con tutti bisogna discutere e la decisioni sulle riforme vanno prese insieme, se sarà possibile, ma appunto a patto di avere leadership, maggiorenti e peones, da una parte e dall’altra delle opposizioni, allineati e che non riservino amare sorprese al momento di alzare i calici.
Le riforme intanto camminano, non solo quelle costituzionali, e il premier Renzi lo sa bene dopo quello che ha detto a Strasburgo replicando a Weber. Camminano grazie a una forza politica ancora piccola ma che è stata determinante (e non da oggi) per dare continuità al processo di cambiamento delle istituzioni del nostro Paese e di rilancio della sua economia. Un partito coeso con un leader e un gruppo dirigente che marciano spediti e senza amarcord.
Stiamo parlando di Ncd, naturalmente, che ha mostrato responsabilità anche quando altrove questa parola era diventata a dir poco obsoleta. Proprio per questo al momento il Nuovo Centrodestra è la forza politica più legittimata a sottoporre a verifica singoli aspetti delle tante questioni aperte dal processo riformatore. Per esempio con quel premio di maggioranza francamente esagerato. Per esempio ripetendo che noi #preferiamolepreferenze.