Ruby, “Berlusconi mentì sulla nipote di Mubarak”. Chiesti 7 anni in appello
12 Luglio 2014
di redazione
Chiesti sette anni di carcere per Silvio Berlusconi nel processo d’appello sul caso Ruby, confermando la condanna di primo grado. E’ la richiesta del sostituto procuratore generale Pietro De Petris alla fine della lunga requisitoria nel corso del processo d’appello. Processo che, secondo l’accusa, ruoterebbe tutto intorno alla ormai celebre "circostanza palesemente falsa" per cui Berlusconi, dopo aver telefonato al capo di gabinetto della questura di Milano, Ostuni, chiese il rilascio di Ruby spiegando che gli era stato detto che la marocchina era la "nipote di Mubarak". Berlusconi, secondo l’accusa, "mentì" sulla circostanza e commisse un "colossale abuso" facendo sì che la ragazza potesse essere liberata. Sempre secondo il Pg, "Non c’è ragione alcuna per concedere all’ex premier le attenuanti generiche, sia per i fatti di reato contestati, sia per il complessivo comportamento tenuto dall’imputato, sia per il precedente penale della condanna per il caso Mediaset". In primo grado, l’ex premier è stato condannato a 7 anni per concussione e prostituzione minorile. In un commento su Twitter, il presidente dei senatori di Ncd, Maurizio Sacconi, ha scritto: "Ruby, nulla di penalmente rilevante".