Quagliariello: “Il vecchio centrodestra appartiene al passato. Serve una nuova leadership”
20 Luglio 2014
Ora che Berlusconi è stato assolto, il coordinatore del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello ricorda «quanto fosse sbagliato gridare al complotto: bisognava stare dentro un percorso inaugurato per affrontare le emergenze del Paese e tentare da dentro di cambiare il sistema Italia. Su questo è avvenuta la separazione da Forza Italia».
Ma adesso, dopo la sentenza, ci può essere un riavvicinamento? Il forzista Romani propone Berlusconi come federatore di una nuova aggregazione di centrodestra…
«Questa sentenza ha separato la politica dal giudizio penale, stabilendo che errori, comportamenti e stili di vita possono essere sanzionati dal punto di vista politico ma non trascinati nelle aule giudiziarie. Non facciamo l’errore di unificare noi i due piani. La storia del vecchio centrodestra è finita perché si è esaurito un ciclo».
E adesso?
«Di fronte all’agenda del terzo millennio si stanno presentando in tutta Europa, nel campo alternativo alla sinistra, due risposte, una estremista e una cristiano-liberale: non è una sentenza che può far tornare automaticamente a dialogare queste storie».
Mi sembra di capire che non vede Berlusconi come federatore…
«Mi farebbe piacere dire che è possibile, e capisco che sarebbe un’ipotesi rassicurante, ma è semplicistico: magari fosse così facile!».
Invece?
«Una nuova storia la metti in piedi partendo dalle idee, creando una nuova aggregazione neo-popolare capace di scaldare i cuori, un’alternativa alla sinistra in cui ciascuno porta il proprio passato per ritrovarsi su un progetto per il futuro. Nessuno è in grado di riunificare con la bacchetta magica».
Nemmeno se è Berlusconi?
«Per molti Berlusconi è un riferimento biografico ed esistenziale, per altri soggetti politici no. Nessuna abiura, ma non si può pensare che sia la stagione futura. Dobbiamo definire una proposta politica all’altezza dei problemi del terzo millennio e quindi selezionare una leadership».
Come si individua?
«Se questo processo si mette in moto, anche il tema della leadership troverà soluzione. Anche da noi, insomma, dovrà accadere quello che è successo dall’altra parte con Renzi».
Nell’immediato, la sentenza avrà ripercussioni anche sul cammino delle riforme, secondo lei?
«La sentenza aiuta a prendere tutto il tempo della legislatura per terminarle, e sconfigge la tentazione di andare alle urne per sfuggire ai problemi. La costruzione di un nuovo sistema, però, si deve estendere anche alla giustizia: su questo tema, noi del Nuovo centrodestra ci faremo sentire subito».
(Tratto da La Stampa)