Sulle riforme non facciamo “tiki-taka”

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Sulle riforme non facciamo “tiki-taka”

21 Giugno 2014

E’ diventato un ritornello: "l’Italia ci fa soffrire". L’Italia intesa come gli azzurri, la nostra Nazionale impegnata ai Mondiali di calcio in Brasile. Che dopo un esordio pimpante con la scoppola rifilata ai bardi in quel di Manaus, venerdì e’ stata sconfitta dal Costa Rica per uno a zero. Ormai e’ un siparietto: prima si vince, sembra quasi che siamo già in finale, lodi e plauso agli azzurri, poi la doccia fredda, la sconfitta, prevale il pessimismo, e già tutti a guardare con ansia la differenza reti. Ma ieri non e’ stato solo il giorno di Italia-Costa Rica. Per chi tifa riforme, e’ stato anche un punto di svolta importante, con l’intesa raggiunta tra Governo, maggioranza e opposizioni in Parlamento, che potrebbe regalare al Paese il vero gol di cui ha bisogno: uno Stato e istituzioni più governabili, funzionati e meno rissose. Bene, non facciamo come la Nazionale di ieri, allora. Non precipitiamo nel Costa Rica parlamentare dopo i buoni propositi delle forze politiche che si misurano in campo. Si e’ detto che gli azzurri sono diventati gli eredi del "tiki-taka", ma certe volte il possesso di palla, i fraseggi e i bei palleggi rasoterra non bastano. Bisogna andare a rete. Non accontentiamoci, con l’Uruguay.