Riforme, opposizione va al Colle: voto entro 8 agosto, rischio “tagliola”
24 Luglio 2014
di redazione
In Senato è scontro sulle riforme, con l’opposizione, un centinaio di parlamentari, che va al Quirinale in segno di protesta, chiedendo udienza al presidente Napolitano. A scaldare gli animi l’ipotesi di usare la "tagliola" sul ddl costituzionale, per arginare la pioggia degli emendamenti. Il presidente del Senato Grasso ha già definito i tempi complessivi di interventi e votazioni. Alla fine della riunione dei capigruppo, a Palazzo Madama, il senatore di Fi Gasparri commenta che "entro l’8 agosto si vota con il contingentamento", mentre Sel (di emendamenti ne ha presentati circa seimila) promette battaglia: "è una decisione grave ed irresponsabile", commenta la senatrice De Petris. Lega Nord ed M5s sembrano su posizioni simili. Ma per Matteo Renzi le riforme si faranno. E’ vero, "in Italia c’è un gruppo di persone che dice ‘no!’ da sempre. E noi, senza urlare, diciamo sì. Piaccia o non piaccia, le riforme le faremo". Intanto, M5S attacca Napolitano: "fermi questo scempio, restituisca ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti. È l’ultima opportunità per Napolitano di dimostrare che è il Capo di tutti gli italiani e non solo di una parte. Se rimarrà sordo a questo ultimo grido di allarme nulla sarà più come prima". E ancora: "Le parole pronunciate ieri da Napolitano ci hanno tolto ogni speranza sulla possibilità di trovare nelle istituzioni degli interlocutori degni di rappresentare questo Paese". Secondo il ministro per le riforme Boschi "l’ultima parola sulle riforme sarà dei cittadini: referendum comunque! #noalibi", ritwittato da Matteo Renzi.