Governatori scafisti?

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Governatori scafisti?

11 Giugno 2015

Non è chiaro che genere di campagna voglia condurre Mario Giordano su Libero con titoli tipo “Governo scafista”. A parte scoprire che non tutti gli immigrati stanno in hotel a cinque stelle, escluderemmo che un giornalista così esperto non sappia quali sono e come sono distribuite le competenze sull’immigrazione. Se mai il titolo doveva essere un altro: dove sono finiti i sindaci e i governatori di Regione, non solo leghisti (si vedano le ultime dichiarazioni di Pisapia), che fine hanno fatto i buoni amministratori locali?

Sappiamo tutti che il problema dell’immigrazione incontrollata va affrontato alle radici anche se quelli che dicono di voler mettere gli stivali in Libia un minuto dopo aggiungono di essere contro la guerra. Diciamo allora come stanno veramente le cose, diciamo la verità, diciamo che una parte della destra ormai insegue Salvini in una sorta di campagna pentastellata permanente, stuzzicando e illudendo i cittadini che si possa risolvere un fenomeno epocale con la bacchetta magica, mentre invece la questione va governata per evitare che incancrenisca.

Cosa si pensa di fare, di mettere in crisi il governo inseguendo la logica del tanto peggio tanto meglio? Altre volte il giornalismo italiano ha cavalcato l’antipolitica facendo un bel favore ai 5 Stelle. Guardiamo ai numeri, Forza Italia crollata al dieci per cento mentre Grillo risale molto oltre il venti, la Lega che arriva al 12, al massimo al 15, e poi si ferma. Per un centrodestra maturo e che si candida a governare l’Italia dovrebbe essere l’ora delle scelte difficili, della buona politica, degli amministratori che danno prova di saggezza e autonomia – perché, al contrario di quello che scrive Giordano, il punto non è affibbiare medaglie e medagliette di coerenza, ma che tutti si assumano le proprie responsabilità.

Nell’aprile del 2011, il governatore Zaia – Maroni ministro dell’interno – apriva alla solidarietà, “Farò la mia parte,” diceva, “i veneti capiranno”. Il 4 giugno scorso sempre su Libero abbiamo letto un titolo del genere: “Alfano, al Nord altri profughi. Maroni e Zaia: nelle topaie”. Che fine hanno fatto la solidarietà nazionale e il senso della Nazione? Come si fa a non capire che ragionando così si moltiplicheranno gli autobus della speranza mettendo a rischio la popolazione, la salute pubblica, l’ordine pubblico? Il tema immigrazione non può essere affrontato solo centralisticamente, sull’accoglienza non è prevista una responsabilità univoca del governo. Il fenomeno va governato con la massima collaborazione di tutti i livelli amministrativi dello Stato. Prima di essere leghisti, sindaci, grillini, governatori, prima di essere questo o quel paesino del Nord, prima di dover essere rieletti, siamo italiani.

Il tema non è la coerenza di Maroni o di Zaia ma di capire se stanno amministrando bene le loro Regioni o vanno solo in cerca di voti. Perché se è così, addio mito della buona amministrazione leghista. E’ stato un tratto distintivo della sinistra di questo ventennio fregarsene del Paese e della sua immagine a livello internazionale perché l’importante era buttare giù il Cavaliere: si vuole seguire l’esempio che tanta fortuna ha portato a chi lo interpretava egregiamente? Ai governatori e ai sindaci non vanno chieste solo congruenza e concordanza ma un diverso atteggiamento di responsabilità e rispetto per le istituzioni.