Manuale di sopravvivenza al tempo del gender
19 Maggio 2016
Nell’agosto del 2015 l’Occidentale ha pubblicato un piccolo libro che ho scritto sul gender: dalle definizioni, alla questione antropologica, alla politica. Vuole essere un vero e proprio manuale e per questo si intitola Manuale di sopravvivenza al tempo del gender.
Ma perché un manuale sul gender? Con la manifestazione di Piazza San Giovanni del 20 giugno, la “questione gender” è deflagrata, diventando oggetto di dibattito pubblico e politico, a trecentosessanta gradi: si va da chi ne nega l’esistenza a chi non ci vede alcun problema, a chi invece chiede che in nome dell’opposizione al gender si faccia cadere il governo.
Passando pure per Papa Francesco – il pontefice delle periferie, quanto di più distante da intellettuali e politici – il quale l’ha definita senza mezzi termini “uno sbaglio della mente umana”. La confusione sotto il cielo è grande.
E dopo la piazza del 20 le domande si sono moltiplicate, specie, ma non solo, in rete, affrontando inevitabilmente molte tematiche, tutte intrecciate fra loro: prima di tutto come affrontare nella pratica quotidiana la nuova emergenza, la teoria del gender nella scuola e non solo; ma poi anche domande strettamente connesse, come la questione antropologica, la presenza pubblica dei cattolici, il ruolo dei cattolici in politica, la libertà di parola e di educazione, che cosa significa essere minoranza creativa, tanto per citare quelle più ricorrenti.
Questo manualetto nasce quindi dall’esigenza di mettere in fila le idee e chiarire i concetti, eliminare gli equivoci, individuare un metodo di lavoro, formulare le domande essenziali e cercare se possibile di dare risposte, o comunque di indicare la strada da percorrere.
Uno strumento per chi era a San Giovanni il 20 giugno, sia fisicamente che con il cuore, e vuole continuare il cammino, ma anche per chi, lontano dalla piazza, ha almeno la curiosità di capire cosa sta accadendo nel nostro paese.
MANUALE DI SOPRAVVIVENZA AL TEMPO DEL GENDER
PRIMO CAPITOLO. Partiamo dalle definizioni: che cos’è la teoria del gender (e cosa non è).
Con l’espressione “teoria del gender” chi scrive intende quegli orientamenti culturali, quelle correnti di pensiero per le quali essere uomini o donne non è un fondamentale tratto identitario di ogni essere umano, determinato già nell’embrione a una sola cellula e rilevato alla nascita – è un bambino, è una bambina – ma qualcosa che si può modificare, sia fisicamente, con interventi chirurgici, sia dal punto di vista del riconoscimento anagrafico e sociale, a seconda delle percezioni, dei sentimenti e dei convincimenti personali – sono una donna ma “sento” di essere un uomo. Continua a leggere il primo capitolo…
SECONDO CAPITOLO. Scatta l’allarme: il gender nelle scuole
L’allarme sulla teoria del gender nella scuola scatta sostanzialmente con il passaparola quando sul web, sui social network, nei siti e giornali online, e infine in una serie di incontri che attraversano tutta Italia, organizzati soprattutto in area cattolica (e quindi nessuno ne parla, nei cosiddetti grandi giornali), si prende coscienza che questi orientamenti vengono presentati in ambito scolastico all’insaputa dei genitori, a volte mediante attività extracurriculari, a volte direttamente dai professori in orario di lezione, in classe, altre volte ancora in occasione delle assemblee autogestite dei ragazzi, oppure durante incontri richiesti dai consultori, dalle ASL. Continua a leggere il secondo capitolo…
TERZO CAPITOLO. Gender, un problema di libertà di espressione e di educazione
In fin dei conti le famiglie percepiscono con preoccupazione una pressione fortissima da parte dei media, della politica, della pubblicità in TV, di libri, film, eccetera, a favore dei comportamenti omosessuali, quasi a loro promozione. Una pressione che viene definita genericamente come diffusione della teoria gender, anche se, come abbiamo detto, con questa espressione si tende ad includere anche molte iniziative che sono legate all’educazione all’affettività, alla sessualità, alla sfera più intima dei ragazzi, ma che non si potrebbero definire propriamente gender. Ma il tratto più significativo è un clima intimidatorio che tende a restringere sempre più la libertà di espressione. Continua a leggere il terzo capitolo…
QUARTO CAPITOLO. Il gender e l’equivoco dei valori morali
Quelle che chiamiamo “teorie del gender”, insieme alle nuove tecnologie di procreazione assistita di tipo eterologo, determinano un cambiamento di paradigma per la comunità umana, che ne modifica sostanzialmente i tratti fondanti disegnando una società nuova, diversa da quella che abbiamo conosciuto da sempre, dove i bambini sapevano di essere nati da un padre e una madre. Tutti i bambini fanno esperienza di essere figli di un uomo e una donna, anche gli orfani, che comunque fanno esperienza di un’assenza, di una mancanza, ma sempre del proprio padre e della propria madre, chiaramente identificati. I bambini del Nuovo Mondo (il mondo che le nuove leggi e le nuove opzioni tecnologiche disegnano), figli di due madri o di due padri, i bambini nell’epoca del gender crescono con l’idea che il padre o la madre possa anche non esserci, non è necessario che ci sia. Continua a leggere il quarto capitolo…
QUINTO CAPITOLO. Come difenderci: primo, individuare l’obiettivo
Riguardo alla teoria gender nelle scuole, va chiarita una questione essenziale: NON la si può fermare con una legge ad hoc, che magari dica esplicitamente “stop al gender”; così come queste ideologie non entrano con una legge ad hoc che dica esplicitamente “il gender entra nei programmi scolastici”. Questo a scanso di equivoci, e soprattutto di illusioni e di obiettivi sbagliati. In questo ambito più che in altri, sbagliare gli obiettivi da perseguire, le richieste da fare ai politici, porta alla sconfitta. Continua a leggere il quinto capitolo…
SESTO CAPITOLO. Da dove arriva il gender: leggi, convenzioni, sentenze
Un capitolo a parte lo meriterebbe l’attivismo dei magistrati in questo ambito. Esemplare ed estremamente significativa la recentissima sentenza con cui la Cassazione, il 20 luglio del 2015, ha autorizzato la modifica all’anagrafe della registrazione del proprio sesso a un transessuale uomo che “si sente” donna, e per questo si è sottoposto a cure ormonali e interventi chirurgici che hanno modificato i caratteri sessuali secondari, ma non quelli primari, cioè l’apparato riproduttivo. Un pronunciamento tutto da leggere, un vero e proprio “manifesto gender”. Continua a leggere il sesto capitolo…
SETTIMO CAPITOLO. Libertà di educazione, qualche suggerimento per l’uso
Molti insegnanti che ho incontrato durante iniziative pubbliche in giro per l’Italia, e che condividevano i timori per la pervasività di quel che abbiamo incluso nella teoria gender, hanno raccontato esperienze di difficoltà di comunicazione, quando non di vero e proprio isolamento, sia nei confronti dei colleghi che delle famiglie, quando nelle loro scuole è stato necessario per esempio approvare questa o quella iniziativa, o, peggio ancora, quando qualche collega insegnante delle stesse classi, ha introdotto tematiche o letture gender-like. Continua a leggere il settimo capitolo…
OTTAVO CAPITOLO. I cattolici e la politica, al tempo del gender
La possibilità di esprimere e manifestare liberamente le proprie idee deve restare l’obiettivo primario e non negoziabile in tutta questa faccenda “gender”. Di clima intimidatorio abbiamo già parlato. E nei paesi in cui le nozze gay si sono affermate, sia per via referendaria, come in Irlanda, che mediante un pronunciamento di una corte, come negli Stati Uniti, fin da subito sono emersi problemi per chi comunque non condivide non solo il risultato finale – le nozze gay, appunto – ma, ovviamente, anche le premesse culturali e/o ideologiche. La rivoluzione antropologica in atto, di cui la “teoria gender” è solo un aspetto, finora ha sempre portato con sé un forte tratto di intolleranza e intimidazione da parte di minoranze – come quella LGBT – sovrarappresentate dai media. Continua a leggere l’ultimo capitolo del manuale…
[Pubblicato il 31 luglio 2015]