Casa, Piso: Comune Roma porta avanti politiche di mala gestione senza logica
15 Aprile 2016
di redazione
“L’emergenza abitativa è, purtroppo, uno dei problemi endemici delle nostre aree metropolitane. Roma ne è l’esempio più classico e, forse, peggiore. Nei decenni nella capitale hanno sedimentato un mix esplosivo di mala gestione, emergenze reali, speculazioni ignobili, illegalità diffusa tollerata e, in alcuni casi, voluta, fiancheggiata, foraggiata”. Lo dice il parlamentare di Idea, Vincenzo Piso. “Ricordiamo quando Rutelli da sindaco dichiarò che in pochi mesi avrebbe risolto il problema dei residence. Ancora oggi sono lì. Miliardi di lire, oggi milioni di euro, con i quali nel tempo si sarebbe potuto dare una risposta decorosa a tutti gli aventi realmente diritto”.
“Oggi l’amministrazione tenta, attraverso quanto deciso con una delibera varata dalla giunta Marino, di dare una risposta che si è rivelata non realizzabile, anche a causa della scarsa credibilità dell’amministrazione stessa,” aggiunge Piso. “In questo caos, infatti, non si capisce sulla base di quali criteri alcuni residence ed alcune famiglie siano sotto sgombero continuo in un susseguirsi di spostamenti senza meta. Una amministrazione capace di guardare al proprio interno, peraltro in una situazione di vacanza politica, ragionerebbe sull’efficacia degli strumenti utilizzati e, magari, cercherebbe di applicare dei correttivi. Nulla, ovviamente, di tutto questo avviene”.
“Anzi, sembrebbe che ad alcune realtà che non avevano aderito al buono casa e, quindi, potenzialmente sotto sgombero, sia stato promesso il mantenimento dello stato attuale e la possibile riapertura dei termini per fruire del buono stesso. In estrema sintesi, in una situazione già di per se molto difficile, complicata e di forte disagio, si vara un provvedimento a cui l’amministrazione non fa seguire comportamenti in grado di farne percepire la validità e serietà provocandone il flop. Nel contempo, per rispettare le tabelle di marcia di chiusura dei residence, si iniziano a spostare le persone come pacchi postali da una struttura all’altra senza neanche tenere conto dell adesione o meno al buono casa, di fatto, penalizzando chi aveva aderito all’iniziativa del comune”.
“Dulcis in fundo, di sottecchi, sembrerebbe che alcune realtà vengano rassicurate garantendo, nel loro caso, l’inazione dell’amministrazione e la riapertura dei termini per la richiesta del buono casa”, conclude Piso. “Se così fosse, sperando ardentemente di sbagliare, saremmo alle solite con una amministrazione non in grado di dare un indirizzo efficace e coerente alla propria azione, divenendo foriera di ulteriori sperequazioni e di un potenziale conflitto tra disagiati. Vedremo, auspicando che si riesca a dare a questa situazione risposte sensate che non facciano perdere ancora credibilità alle istituzioni e non vessino proprio le persone che più si sono affidate all’amministrazione”.