Giovanardi: quel pasticciaccio brutto del Senato su genocidio e negazionismo
30 Aprile 2016
Per genocidio dei nativi americani, detto anche genocidio indiano, olocausto americano (in inglese American Holocaust o Indian Holocaust) o catastrofe demografica dei nativi americani, si intende il calo demografico e lo sterminio dei nativi americani (detti anche indiani d’America, pellerossa o, nel centro-sud America, indios e amerindi), avvenuto dall’arrivo dei bianchi alla fine del XIX secolo.
Un cittadino italiano può oggi liberamente contestare tale affermazione, diffusa in tanti libri di testo, sostenendo che non di genocidio si è trattato ma di inevitabile conseguenza della superiorità tecnica e culturale dei bianchi emigranti dall’Europa rispetto alle condizioni di grande arretratezza dei nativi nel continente americano. Se passasse il disegno di legge sul negazionismo, attualmente in discussione al Senato, chi farà in futuro pubblicamente una simile affermazione, propagandando così idee fondate sulla superiorità razziale o etnica collegate alla negazione in tutto o in parte ad un crimine di genocidio, crimini contro l’umanità o crimini di guerra, verrebbe condannato in base alla legge Mancino con l’aggravante di pena derivante dalla contestazione del genocidio.
L’Iran ha chiesto di processare per crimini di guerra Israele definito criminale sionista. Fatou Bensouda, pubblico ministero del Tribunale internazionale dell’AIA, ha dichiarato che il suo ufficio condurrà una analisi dei possibili crimini di guerra compiuti da Israele nella guerra nella Striscia di Gaza. Richard Falk, relatore speciale delle nazioni Unite sulla “situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967” ha condannato le pratiche di Israele nei territori accusandolo di complicità in “segregazione razziale” e “pulizia etnica”. Amnesty international ha accusato Israele di essersi macchiato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante l’invasione di Gaza del 2014, il sito di informazione alternativa accusa Israele di “cercare di terrorizzare la popolazione che ancora risiede in Cisgiordania per attuare una pulizia etnica a favore di una completa colonizzazione israeliana di quelle terre”.
Se passasse la legge in discussione al Senato che prevede l’aggravante per coloro che negano crimini di guerra propagandando idee fondate sulla superiorità etnica e razziale, chi difende Israele, negando tali crimini di guerra, potrebbe essere denunciato da chi lo accusa di difendere uno stato incolpato appunto di portare avanti una pulizia etnica sentendosi superiore agli altri.
I criminali di guerra serbi, croati e bosniaci imputati dal Tribunale penale internazionale per la ex Jugoslavia per genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra sono circa 170 in un groviglio balcanico dove l’elemento etnico giocò da tutte le parti un ruolo determinante. Se passasse la legge in discussione al Senato la negazione di un semplice crimine di guerra (sono migliaia i casi perdenti davanti a Tribunali internazionali riguardanti decine di paesi del mondo) determinerebbe una aggravante se in qualche modo si pigliasse posizione a favore di uno dei contendenti sostenendo che nel conflitto si è comportato meglio della etnia concorrente.
Illustri storici e giuristi, auditi in Commissione giustizia del Senato, si erano espressi in larga maggioranza contro qualsiasi normativa che colpisse penalmente il negazionismo, mentre una minoranza di loro giustificava una legge soltanto facente riferimento a quell’evento storico unico nella storia dell’umanità che è stato l’Olocausto del popolo ebraico. Viceversa siamo di fronte ad un vero e proprio pasticcio con l’ulteriore paradosso che il testo proposto per l’Aula del Senato colpisce con l’aggravante la negazione dei crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra ma non applica la stessa aggravante a chi esalta gli stessi.