M5S: Casaleggio sotto assedio, spunta sondaggio su Roma

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M5S: Casaleggio sotto assedio, spunta sondaggio su Roma

14 Febbraio 2016

Ha fatto discutere l’articolo di Paolo Becchi su Il Giornale, dove si contesta il ruolo assunto da Gianroberto Casaleggio all’interno del Movimento 5 Stelle e l’ormai celebre "Codice di comportamento per i candidati ed eletti del Movimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma 2016". Quello che introduce la "penale" di 150.000 euro per "eventuali violazioni di quanto contenuto" nel codice stesso. Per Becchi "l’importanza essenziale del Codice" sta nel fatto che, "per la prima volta", "in un documento ufficiale del M5S compare ripetutamente il nome di Casaleggio".

 

Becchi passa al microscopio il codice ma gli interessa soprattutto dimostrare questo, come venga "pubblicamente riconosciuto che la guida direttiva del Movimento è oggi rappresentata unicamente da Casaleggio e dal suo staff. Ossia sempre formalmente da una persona e da uno staff, la cui composizione non è mai stata resa pubblica dal Movimento". E’ una sovversione dello spirito di M5S, secondo Becchi, un tradimento dello statuto su cui si fonda la associazione M5: "i poteri di direzione politica dell’Associazione vengono attribuiti ad una persona che non ricopre alcuna carica in essa e che eserciterà quanto gli viene delegato attraverso uno staff che non solo assume tutti i poteri originariamente attribuiti al Consiglio direttivo ed al presidente, ma che ha controllo assoluto sull’operato politico degli eletti".

 

"È il momento che la base del movimento gli iscritti, i soci reagisca, dimostrando che il movimento è dei cittadini, dei suoi iscritti, e non di una società di capitali", la conclusione di Becchi. E" non è escluso che un intervento del Tribunale possa riservare sorprese e che Casaleggio sia costretto a svelare le carte che eventualmente lo hanno reso capo del nuovo partito".

 

Il presunto giro d’affari che ruoterebbe attorno al blog del Movimento 5 Stelle, di cui si parla da anni sui giornali, spiana la strada agli attacchi del Pd, che si chiede quale relazione economica esista tra la Casaleggio Associati e il blog. Le accuse sono note ma non ancora dimostrate: la Casaleggio guadagnerebbe dalla diffusione degli spot caricati sui video delle apparizioni Tv dei parlamentari M5s, scrive La Stampa. Video che girano sul blog di Beppe Grillo ma che farebbero guadagnare la Casaleggio. Grillo sarebbe stato convocato dal Tribunale di Roma proprio per dare ragguagli in merito. Ma attenzione a non ricadere nel complottismo che sempre viene contestato ai grillini, se quelle relazioni ci sono vanno provate.

 

A chiedere un intervento della magistratura è stato uno primi espulsi dal Movimento, Giovanni Favia, che aveva appunto criticato la mancanza di trasparenza nei rapporti tra il blog e la Casaleggio.

 

"Da giorni diversa cattiva stampa attacca Gianroberto Casaleggio e la Casaleggio Associati parlando di chissà quali oscuri interessi economici che stanno dietro al M5s", la difesa dei parlamentari di M5S. "Nulla di più falso. In nessun modo la Casaleggio associati ha guadagnato dal M5S, anzi è esattamente il contrario" replica il Movimento. "Basta andare alla Camera di Commercio di Milano per leggere il bilancio della Casaleggio Associati".

 

Alessandro Di Battista parla di "fango" su Casaleggio e il movimento, ma il Pd contrattacca. "Certo, come no. Di Battista appare in un video circondato da pubblicità e, mentre si copre di ridicolo via web per difendere l’indifendibile capo unico supremo, improvvisamente il suo volto viene oscurato da un banner sponsorizzato" ironizza il dem Andrea Romano. "Se fosse vero che il blog di Grillo e la Casaleggio Associati guadagnano dai video della Rai, aggirando accordi e server aziendali del servizio pubblico, ci troveremmo di fronte ad un danno inaccettabile per l’azienda pagata dai soldi di tutti gli italiani", l’accusa di Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai.

 

Al di là delle polemiche, sul web fa discutere un sondaggio sulla eventuale candidatura di Di Battista a sindaco di Roma. Candidatura sempre smentita da M5S perché, come ha spiegato più volte ‘Diba’, "Vogliono che mi candidi per poi dire che siamo come tutti gli altri. Io farò il parlamentare fino all’ultimo giorno". Sul blog diretta.info, ritenuto da alcuni osservatori vicino al movimento, è apparso un sondaggio sulla candidatura di Di Battista per il Campidoglio. Il risultato del minisondaggio, svolto tra i lettori sabato scorso e ancora aperto, vede una prevalenza del sì alla candidatura Di Battista (63,5%) rispetto ai no (36,5%). Ma anche in questo caso i maligni si chiedono se la fonte del sondaggio sia in qualche modo collegata al network della Casaleggio.