Quattro anni senza Marò, lo sfogo della moglie di Girone

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Quattro anni senza Marò, lo sfogo della moglie di Girone

15 Febbraio 2016

Sono passati quattro anni da quando i due Marò, i nostri Fucilieri di Marina, Latorre e Girone, sono stati fatti prigionieri in India, dopo l’incidente al largo delle coste del Kerala avvenuto il 15 febbraio 2012, in cui morirono due pescatori indiani. Oltre millequattrocento giorni di battaglie legali sulla giurisdizione del caso e un atteggiamento non sempre all’altezza della situazione da parte dell’Italia, che avrebbe potuto opporsi in modo più duro e deciso al governo di Delhi, ma così non è stato.

 

Dopo l’ictus che lo ha colpito il 31 agosto 2014, Latorre è tornato a casa per seguire le terapie riabilitative che ancora continuano. E pare che il militare non lascerà i confini italiani fino all’esame del contenzioso all’Aja. Girone invece resta in India, dopo che il 16 dicembre 2014 la Corte Suprema di Delhi respinse una sua richiesta di licenza per trascorrere un nuovo periodo con la propria famiglia in Puglia. E quotidianamente deve recarsi al Commissariato di zona per firmare un registro di presenze.

 

Ci si chiede ancora una volta fino a quando Girone potrà sopportare questa situazione di emergenza che pesa su di lui, sua moglie, la sua famiglia, i suoi figli. Per adesso qualsiasi decisione è sospesa in attesa che il 30 e 31 marzo prossimi la Cpa esamini la richiesta italiana per un trasferimento di Girone di Italia in attesa della sentenza della Corte, che, non dovrebbe arrivare prima di agosto 2018. 

 

La vigilia dello scorso Natale, Girone aveva dichiarato all’Ansa: "Finalmente ci siamo affidati ad una Corte internazionale super partes". "Sono molto fiducioso che sia fatta giustizia e questo soprattutto con i criteri del buon senso e nel rispetto del diritto internazionale. Sono ormai quattro anni che vivo con la mia libertà oppressa". Intanto per consigliare e confortare Girone, nei giorni scorsi l’ordinario militare per l’Italia, mons. Santo Marcianò, ha trascorso alcuni giorni a New Delhi, come peraltro aveva già fatto circa un anno fa. 

 

Non è facile comprendere dall’esterno le emozioni e le difficoltà incontrate dalla sua famiglia. Recentemente la moglie di Girone ha rilasciato un’intervista a il Giornale: "Mio marito è ingiustamente privato della libertà. Molte cose non hanno funzionato in questi 4 anni, visto che Salvatore è ancora in India. Non solo oggi, ma ogni giorno ci dice che vuole tornare a casa dalla sua famiglia". "Salvatore si sente come si sentirebbe qualsiasi uomo ingiustamente privato della sua libertà, non sereno. Per noi non solo il 15 febbraio, ma ogni giorno è difficile. Mio marito dice sempre ai suoi figli, alla sua famiglia, che vuole tornare a casa".

 

E ancora: "Non è facile per gente semplice e comune come noi. Siamo stati coinvolti in una vicenda molto grande. Sono quattro anni che viviamo con disagi familiari molto forti. Gli sforzi da parte nostra sono tanti e manteniamo sempre la stessa linea, la stessa condotta, ma non è semplice. I figli sono stanchi di viaggiare e di rinunciare a molte cose per raggiungere il papà. Sono stanchi di dover andare in India e adattarsi ad un ambiente e un clima che non è il loro, senza una sana stabilità familiare, che per i bambini è fondamentale". Ci si chiede ancora una volta quanto dovrà andare avanti questa vicenda drammatica e quanto l’Italia riesca a incidere e ad avere un peso nelle relazioni internazionali.