
Ttip, pressioni di Greenpeace: “Usa tentano di attentare le tutele salute Ue”

02 Maggio 2016
Jorgo Riss, direttore di Greenpeace per l’Unione europea, ha dichiarato: “Questi documenti trapelati ci consentono uno sguardo senza precedenti sull’ampiezza delle richieste americane, che vogliono che l’Ue abbassi o aggiri le sue tutele dell’ambiente e della salute pubblica nell’ambito del Ttip”. Secondo l’esponente ecologista: “la posizione europea è brutta, ma quella americana è terribile. Si sta spianando la strada a una gara al ribasso negli standard ambientali, della salute e della tutela dei consumatori”. E’ il negoziato in corso fra Ue e Usa per il Ttip (Partenariato transatlantico sulla liberalizzazione del commercio e la protezione degli investimenti) ad essere oggetto di una fuga di notizie e documenti segreti.
I documenti coprono più di due terzi del totale dei testi del Ttip, e svelano per la prima volta, sulla maggior parte dei settori in discussione, la posizione negoziale degli Usa, che finora era stata mantenuta sempre confidenziale. Secondo Greenpeace, nel leggerli, vengono confermate le preoccupazioni principali espresse dalla società civile e dalle Ong ambientaliste sul negoziato transatlantico, che appare soprattutto orientato ad abbassare gli standard attuali e futuri di protezione dell’ambiente e della salute applicati in Europa, e a dare alle lobby industriali e commerciali il diritto di accedere, influenzandoli pesantemente, ai meccanismi di decisione delle norme Ue fin dalle sue fasi preliminari, con un rischio evidente di stravolgimento del gioco democratico. “Una porta aperta per le lobby delle ‘corporation'” secondo Greenpeace, che accusa gli Stati Uniti di un “deliberato tentativo di cambiare il processo decisionale democratico dell’Ue”.
Per gli Usa, se una sostanza sul mercato presenta un rischio, quel rischio va gestito. Per l’Ue, invece, quella sostanza va evitata, e, quando è possibile, sostituita con una sostanza alternativa meno rischiosa”, ha spiegato il direttore dell’Ufficio europeo di Greenpeace, Jorgo Riss, sottolineando che “il principio di precauzione è iscritto nei Trattati Ue, ma sorprendentemente, non viene citato neanche una volta in queste 248 pagine, come se all’Ue non interessasse difenderlo. Così come non viene mai menzionata neanche la clausola delle ‘Eccezioni generali’ che da quasi 70 anni è presente nei trattati commerciali internazionali (art. XX Gatt/Wto), e che consente agli Stati di decidere restrizioni al commercio ‘per proteggere la vita o la salute umana, degli animali e delle piante’, e per ‘la conservazione delle risorse naturali esauribili’ “.
I negoziatori di Washington hanno proposto due nuovi articoli nel futuro Trattato transatlantico, rispettivamente su “Scienza e rischio” (art.X.5) e sui “Regolamenti per l’approvazione dei prodotti della moderna tecnologia agricola”, ovvero gli Ogm (art. X.12), che non lasciano dubbi sulle intenzioni Usa. Innanzi tutto, si chiede di sottoporre tutto il processo di valutazione del rischio nell’Ue a una consultazione pubblica e soprattutto a una discussione serrata con la controparte americana, a cui verrebbe dato il diritto di riaprire le conclusioni delle autorità competenti e di proporre “possibili alternative volte a conseguire un appropriato livello di protezione”. In secondo luogo, alle stesse autorità competenti si richiede di giustificare le loro conclusioni precisando in che modo abbiano “tenuto conto delle pertinenti norme, linee guida e raccomandazioni internazionali riguardanti il rischio in questione”.
Le autorità competenti dovrebbero anche specificare tutte le alternative “meno restrittive del commercio” che sono state segnalate durante la consultazione pubblica e fornire giustificazioni per aver scartato quelle alternative. Il Codex Alimentarius è fortemente influenzato dalle ‘corporation’ agroalimentari e chimiche come Nestlé e i produttori di pesticidi (Basf, Monsanto, Bayer, Dupont e Dow), e raccomanda standard spesso molto inferiori a quelli adottati dall’Ue. Gli americani arrivano a pretendere che i governi degli Stati membri dell’Ue giustifichino il loro eventuale voto contro l’approvazione della commercializzazione di prodotti Usa (in particolare gli Ogm), precisando su quali basi e prove scientifiche e quali analisi e dati tecnici si sono basati. Se questa richiesta fosse accettata, ad esempio, i paesi Ue non potrebbero più opporsi alla coltivazione di Ogm sul proprio territorio. Infine, Greenpace accusa i negoziatori di entrambe le parti di avere totalmente ignorato la protezione del clima e l’accordo internazionale di Parigi.