PD, Rossi prova la scalata alla segreteria del partito sfidando Renzi
23 Febbraio 2016
di redazione
A dare filo da torcere alla leadership dell’ex sindaco di Firenze sarà il Governatore della Regione Toscana Enrico Rossi. Lo ha annunciato lui stesso parlando con i giornalisti a Pisa: "Mi candido alla segreteria nazionale del Pd". Rossi vuole raccogliere le firme per partecipare al congresso del partito che si svolgerà entro la fine del 2017. "Io non sono renziano, sono convintamente rossiano, ha detto.[…] Mi candido in alternativa a Renzi".
Già nel settembre scorso il governatore Rossi aveva manifestato le sue intenzioni di correre alla segreteria nazionale del Pd. "E’ mia personale convinzione che lo devo fare ora, una convinzione che si è fortemente rafforzata – ha spiegato – guardando alla politica nazionale, al partito democratico, andando in giro per la Toscana e l’Italia". Secondo Rossi, è "bene" che ci sia "una selezione anche dal basso della classe dirigente del partito democratico: e quale migliore occasione per presentarsi in vista del congresso nazionale?"
Il presidente della Regione Toscana ha anche osservato: "Siamo un partito plurale, dove è giusto che si dibattano posizioni diverse. Se mi riconoscessi in quella dei ‘giovani turchi’ sarei diversamente renziano: ho stima e fiducia in loro, ma non esprimono le mie posizioni". Il guanto di sfida a Renzi, arriva, così, proprio dalla sua Toscana.
La corsa di Renzi è partita dalla Toscana e da qui potrebbe arrivare un forte ostacolo ai suoi futuri progetti politici. Perché Rossi sembra voler fare sul serio. Enrico Rossi è originario di Bientina (Pisa) e ha rotto gli indugi dopo che per mesi si era parlato di lui come possibile sfidante di Renzi alla segreteria con il sostegno ovviamente di tutta la "vecchia guardia" da D’Alema a Bersani passando per Cuperlo, Speranza, e tutti quelli che non ne vogliono sapere di finire all’interno del tanto evocato "Partito della Nazione".
L’annuncio è stato dato nella serata di lunedì 22 febbraio a Pontedera dove Rossi è stato sindaco per una legislatura ma l’evento clou, quello cioè che dovrebbe di fatto ufficializzare la discesa in campo del presidente toscano è in programma allo Sporting Club Gronchi di Pontedera, una delle 26 tappe del tour per la Toscana iniziato a Livorno pochi giorni fa. I rapporti fra lui e Renzi non sono stati mai idilliaci anche se i due hanno cercato faticosamente di convivere quando l’attuale Premier sedeva ancora sulla poltrona di sindaco del capoluogo toscano.
Naturalmente dietro a lui tutti intravedono l’ombra dei D’Alema e dei Bersani ma Rossi rifiuta l’etichettatura di candidato di una corrente contro un’altra e ribadisce: "Sono convintamente rossiano, non ho una squadra, sono pronto a raccogliere firme per fare un partito diverso che deve ripartire dal basso. Penso che in un partito plurale come il nostro si possano esprimere le proprie opinioni anche senza dover poi portare via il pallone con il quale si gioca". Un messaggio chiaro a chi come Piero Fassina e Pippo Civati hanno scelto di abbandonare il Pd considerando impossibile la convivenza con Renzi e molto difficile cambiare il partito dall’interno.
E il fatto che Rossi abbia fatto tornare in "auge" il termine "comunista" dimenticato da almeno venti anni dalla classe dirigente ex Ds la dice lunghissima su come il messaggio sia indirizzato proprio verso quella sinistra che Renzi con il suo Pd ha deciso di non rappresentare più.