Tra Merkel e Renzi non mettere l’Austria

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Tra Merkel e Renzi non mettere l’Austria

06 Maggio 2016

Ieri pomeriggio traffico bloccato e sirene spiegate per Angela Merkel che ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del consiglio Renzi. Tema: l’emergenza immigrazione. Pare che i due abbiano convenuto sul fatto che i confini tra Austria e Italia, al Brennero, non vengano chiusi, e il bilaterale sarebbe stato l’occasione per rafforzare un asse anti-populista, “anti-nazionalismi”, come ha spiegato la Merkel, dopo gli ultimi smacchi elettorali per socialisti e popolari nelle elezioni europee.

Sembra anche che Merkel abbia “molto apprezzato” il Migrant Compact di Renzi, così tanto che dalla nostra proposta per finanziare la gestione del fenomeno migratorio sono stati tagliati fuori subito gli eurobond proposti dal governo italiano (anche la tassa sulla benzina lanciata sui tedeschi non piace ai 28).

“Faremo di tutto per risolvere i problemi in maniera diversa dalla chiusura dei confini”, ha spiegato la Merkel. “Non possiamo chiudere confini che non sono confini esterni della Ue. Dobbiamo essere leali gli uni con gli altri. Dobbiamo lottare contro le cause della fuga, contro l’immigrazione clandestina e per una corretta ripartizione degli oneri”. Ma che farà Angela se Vienna sigilla il Brennero? “Non parlerei tanto di sanzioni, di aspetti coercitivi”, ci mancherebbe. “Dobbiamo avere un sentimento europeo”.

Per Renzi quella dell’Austria sarebbe una mossa “contro il futuro dell’Europa”. La destra austriaca, lamenta il premier, è in piena campagna elettorale (senti chi parla).

“Credo che chi ha visto le immagini dei bambini morti nelle stive delle navi del Mediterraneo, chi tiene il telefonino acceso al notte perché sa che deve autorizzare interventi in mare per salvare delle persone, chi ha visto partorire sulle navi della guardia costiera o della Marina Militare italiana, sa che sentirsi dare degli scafisti è una cosa vergognosa che dovrebbe fare riflettere quelle tante persone perbene che ci sono in Austria”, ha detto Renzi.

Alla fine Angela Merkel ha lasciato Palazzo Chigi, come detto, a sirene spiegate e in un traffico romano particolarmente congestionato. Ma davvero si può parlare di “asse” tra Merkel e Renzi? E’ un ritornello che sentiamo ripetere spesso. Davanti all’avanzare delle nuove destre, questa la tesi, popolari e democratici si preparano a fare quadrato.

Peccato però che nei giorni scorsi siano filtrate dichiarazioni della cancelliera sul Brennero e sull’immigrazione dal tenore del tutto opposto, come quelle riportate dalla Bild. L’atteggiamento tedesco nel corso di quest’anno è cambiato, alla parola d’ordine della accoglienza è subentrata una fredda equidistanza della Germania tra i Paesi di primo arrivo come l’Italia e il blocco mitteleuropeo e dell’Europa Orientale (il “gruppo di Visegrad”) che invece sull’immigrazione non sente ragioni.

Tutto questo in una situazione in cui la Germania sostiene le richieste degli altri Paesi nord-europei che vogliono restringere Schengen e chiedono maggiori controlli alle frontiere (sai che svolta populista…). Intanto la proposta italiana di superare gli accordi di Dublino viene svuotata di senso, con la storia dei ricollocamenti, delle soglie di solidarietà e delle multe che non si capisce da quale numero di ingressi partiranno. Quella di Angela in Italia è stata insomma una toccata e fuga che non si capisce ancora dove porterà.