Renzi, Juncker e Schulz: dialogo tra sordi sull’economia Ue
06 Maggio 2016
di redazione
“Se in Europa cresce solo qualcuno e non tutti, e’ il segnale che qualcosa non va”, lo ha detto ieri Matteo Renzi incontrando il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, e il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz.
“L’Ue deve pensare al sacrosanto rispetto dei bilanci, perche’ non dobbiamo obbligare i nostri figli e i nostri nipoti a pagare i nostri debiti, ma deve anche fare una forte scommessa sugli investimenti, soprattutto tecnologici, altrimenti perderemo la leadership mondiale”.
Nel corso dell’incontro in Campidoglio, organizzato nella Sala degli Orazi e Curiazi, per un dibattito sullo ‘Stato dell’Unione’ anticipatore del 60esimo anniversario dei Trattati di Roma in programma l’anno prossimo, Renzi ha aggiunto che “a Lisbona ci eravamo impegnati a essere il continente che doveva correre piu’ velocemente, ma questo non e’ accaduto”.
“Non c’e’ un responsabile,” ha proseguito il presidente del consiglio, “la ricchezza si sta spostando da altre parti e nessuno puo’ pensare di risolvere da solo i problemi. Servono strategie piu’ incisive e efficaci, soprattutto nell’innovazione”.
Ma il presidente della Commissione Ue Juncker non ha raccolto l’assist di Renzi sulla economia. “L’Italia non va lasciata sola sull’immigrazione”, si è limitato a commentare Juncker intervistato dal Tg1.