Pd, è scontro su Verdini. Speranza vuole il congresso anticipato, interviene Rossi

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Pd, è scontro su Verdini. Speranza vuole il congresso anticipato, interviene Rossi

27 Febbraio 2016

E’ dal voto di fiducia per le unioni civili, andato a buon fine grazie all’appoggio dei verdiniani, che circola parecchio malcontento nelle fila del Pd

 

L’obiettivo del Partito Democratico è quello di rilanciare la vittoria sulla legge del conflitto d’interessi e sulle unioni civili. E  sulla riforma delle adozioni  punterà tutto sulla compattezza. Già prevista per mercoledì, infatti, una riunione dei deputati al fine di mettere a punto il ddl che dovrebbe arrivare a Montecitorio in tempi brevissimi. 

 

La minoranza inizierà un tentativo di ‘scalata’ al partito, con le amministrative. Hanno deciso di puntare tutto su Morassut e gli stessi renziani non nascondono i timori sulla sorte di Giachetti a Roma e dell’esito a Napoli. Proporrà, poi,  il tema della separazione tra candidato alla segreteria e candidato premier. 

 

Il timore dei bersaniani è che qualche sottosegretario passi ad Ala e che Renzi allarghi la maggioranza senza passare dal congresso. E Verdini ha immediatamente invitato i suoi a non rispondere alle provocazioni. L’ex coordinatore azzurro dovrebbe incontrare i senatori in settimana e discutere anche delle prospettive future. 

 

Tra quelli che sono stati più duri sull’ingresso di Verdini in maggioranza di governo c’è Roberto Speranza: "Non si può più stare zitti ed è il momento che si faccia una discussione vera sull’identità del Partito Democratico. L’identità del Partito Democratico si può decidere solo in un congresso anticipato". 

 

Intanto anche Cuperlo la faccenda di Verdini non riesce proprio a mandarla giù. "Se Renzi trasforma il Pd in un monumento piazzato al centro e puntellato da destra non potrà guidare una sinistra che cambia segno a Bruxelles. Di più, se abbraccia quei compagni di strada, le riforme che servono all’Italia non le farà perché avrà sempre un conto da saldare al Verdini di turno. Per cambiare questo paese devi ricostruire un centrosinistra largo e civico. Il premier rifletta prima di portare il suo partito in una terra che ci condannerebbe". Così ha sferrato il suo ennesimo attacco a Renzi per poi aggiungere: "Alfano sventola la stepchild come uno scalpo e mostra il suo oscurantismo. A Renzi dico: non spaccare il tuo partito. Non è un problema di tattica ma di sostanza".

 

La domanda in tutto questo allora resta una: Perire con Verdini o andar via? E lo stesso Cuperlo ha risposto: "Il Pd è nato per mescolare le culture nel nome di alcuni valori. Se salta quell’impianto crolla l’impalcatura perchè una sinistra col cappello in mano sarà il sogno di Alfano ma non è il mio". A proposito di un altro tema caldo in area dem, il congresso Pd, Cuperlo ha incalzato: "Vedo candidature in rullaggio. Rispetto tutti anche se vorrei chiedere a Enrico Rossi perché si candida se pensa che finora sia andato tutto bene. Siamo a un passaggio che può diventare drammatico per l’Europa. E non è tempo per fughe solitarie. Serve federare la sinistra nel Pd, gettare ponti con la sinistra fuori da noi".

 

In una intervista al Sole 24 ore, il capogruppo Pd al Senato, Zanda, ha voluto rispondere alle polemiche per il sì, dal gruppo Ala, alla fiducia sul ddl Unioni civili. "Il Pd, a partire dai governi Monti e Letta, ha rifiutato le elezioni anticipate e ha fatto la scelta della stabilità. E la ragione della scelta è una sola: la gravissima crisi economica e sociale del Paese. Da qui, la maggioranza con Berlusconi e con Verdini. Berlusconi ha votato ben 37 fiducie a Monti e a Letta. Le decisioni di Verdini possono essere discusse, come avrebbero potuto esserlo a suo tempo quelle di Berlusconi. Ma una cosa è certa: l’Italia ha ancora bisogno assoluto di continuità di governo".

 

E a proposito del timore che i voti dei verdiniani possano sostituire quelli della minoranza del partito, ha puntualizzato: "Il rispetto per le idee non è mai mancato né mancherà, a prescindere da considerazioni di quadro. Penso ad Aldo Moro, era in minoranza e contava molto per le sue idee e la sua strategia".  

 

In questo clima abbastanza teso. Ha detto la sua anche il Presidente della Regione Toscana, Rossi. L’idea di un congresso anticipato non gli piace. Nonostante abbia già sfidato Renzi per il ruolo di segretario del Partito Democratico. E in una recentissima intervista a l’Espresso ha detto: "Mi sembra un po’ campata in aria, così dettata dalla contingenza, e non tiene conto che questa legislatura è nata proprio con un governo di larghe intese. Servirebbe una parola netta di Renzi che allontani lo spettro del trasformismo.
Per questo però dovremmo più che un congresso chiedere a Renzi parole chiare, nette. Lo dica lui che Verdini non è gradito nella maggioranza e la chiudiamo qui. Renzi dica a Verdini ‘No grazie’ ".

 

E proprio sull’ingresso di Verdini in maggioranza prende le distanze da Speranza: "Ma non è quello che è successo, però, e sbaglia Speranza a drammatizzare. A quanto mi risulta i voti di Verdini non sono stati determinanti, siccome la maggioranza richiesta non era quella assoluta."