Parlamento Ue chiede 340mila euro a Marine Le Pen

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Parlamento Ue chiede 340mila euro a Marine Le Pen

02 Novembre 2016

L’organismo antifrode dell’Ue (Olaf) chiede all’eurodeputata Marine Le Pen di restituire 339 mila 946 euro: fondi europei usati per pagare due assistenti che avrebbero lavorato con lei non a Strasburgo né a Bruxelles ma a Nanterre, nella sede del Front National

Secondo l’Europarlamento, infatti, con questi soldi sarebbero stati pagati due consiglieri dell’esponente politica francese: ma anziché lavorare per le attività politiche dell’eurodeputata, i due avrebbero invece lavorato solamente per il Front National.

Tuttavia secondo il legale della leader del Front, Marcel Ceccaldi, “è impossibile distinguere fra le attività di un eurodeputato e quelle del presidente di un grande partito politico”. Va peraltro notato che anche al padre di Marine Le Pen, Jean-Marie, storico leader del Fn, erano stati chiesti dall’Europarlamento i trecentoventimila euro pagati ad un suo assistente parlamentare.

Il 30 settembre Marine Le Pen ha ricevuto una lettera firmata dal segretario generale del Pe, Klaus Welle, nella quale si chiedono indietro i circa 340 mila euro serviti per pagare l’assistente Catherine Griset dal 2010 al 2016, e la guardia del corpo Thierry Légier da ottobre a novembre 2011.

Griset aveva un contratto di assistente parlamentare di Marine Le Pen a tempo pieno, in virtù del quale ha ricevuto 298.392 euro. Nella lettera a Le Pen, diffusa da Challenges, si legge, “la vostra assistente non ha rispettato alcuni obblighi contrattuali e statutari, tra i quali l’obbligo di assistenza diretta nei locali del Parlamento nell’esercizio del suo mandato”. Negli stessi anni la donna era presente nell’organigramma del Front National come segretaria e poi direttrice di gabinetto di Marine Le Pen, e in questa qualità ha trascorso il suo tempo a Nanterre, più che nelle istituzioni europee. 
Légier, per vent’anni guardia del corpo del fondatore Jean-Marie Le Pen, è stato messo brevemente sotto contratto nell’ambito delle attività di eurodeputata della figlia, ma con una retribuzione (64 euro all’ora), si legge ancora nella lettera, “estremamente elevata rispetto ai 39 euro di un contratto precedente per compiti simili”.

La leader del Front National per adesso non è intervenuta in prima persona, ma lo ha fatto per lei il vice Florian Philippot, che ha denunciato l’ “arbitrarietà” dell’Unione europea nel chiedere il rimborso a Marine Le Pen e dare allo stesso tempo il via libera all’ex presidente della Commissione José Manuel Barroso per il suo nuovo lavoro alla banca d’affari Goldman Sachs.