M5s, il sindaco di Parma indagato per abuso d’ufficio. Grillini nell’occhio del ciclone
12 Maggio 2016
Anche il sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, si aggiunge alla lista degli scandali che stanno investendo il M5S e il PD. In particolare, Pizzarotti, il sindaco targato Movimento Cinque Stelle finisce nei registri della procura cittadina, che sta indagando sulle nomine al Teatro Regio: accusato di abuso d’ufficio.
È la Gazzetta di Parma a dare per prima la notizia, specificando che insieme a lui sarebbe sotto indagine anche l’assessore alla Cultura, Laura Ferraris e tre membri del consiglio d’amministrazione del Regio. E si sta controllando anche se ci siano state irregolarità nelle nomine di Anna Maria Meo a direttore generale e di Barbara Minghetti a consulente per lo sviluppo e i progetti speciali.
Tramite il suo portavoce il sindaco di Parma, dice: “Sono tranquillo perché è un atto dovuto che rispetto pienamente”. L’ipotesi di reato riguarda presunte interferenze per la scelta del nuovo direttore generale.
Secondo i principi del Movimento, e dello spoil system, Pizzarotti ha pensato di rinnovare i vertici della Fondazione Teatro Regio. All’inizio il mandato era stato affidato a Carlo Fontana. Ma quando, a fine 2014, Fontana ha lasciato l’incarico prima del previsto, per sostituirlo l’amministrazione 5 stelle ha puntato a una selezione pubblica. «Era una manifestazione di interessi, non un bando vero e proprio» precisano oggi dal Municipio. Arrivarono una trentina di curriculum. Ma, pare, vennero scelti fuori da quella rosa. Anna Maria Meo, ex direttrice organizzativa e amministrativa del Teatro Del Carretto di Lucca, si ritrova direttore generale del Teatro Regio e Barbara Minghetti, alla guida del Teatro Sociale di Como e presidente dell’Associazione lirica concertistica italiana.
Ora rimane da capire se il M5S difenderà il “caso Parma” come quello livornese. Qualche giorno fa Pizzarotti in un’intervista aveva commentato l’agire di governo in questi termini: «Per sistemare i problemi a volte è necessario sporcarsi le mani. Se vogliamo andare al governo dobbiamo capire che anche nei ministeri o altrove troveremo situazioni complesse».
Ora che a essere sotto inchiesta è lui, cerca di mantenere calma e gesso: «Sono tranquillo perché è un atto dovuto che rispetto pienamente. Era già emerso ci fossero indagini in corso in ragione degli esposti del senatore PD Pagliari. Sarà utile per chiarire la vicenda, con la Procura consueto atteggiamento collaborativo. Il mio impegno continua senza esitazione».