Referendum contro la legge sulle unioni civili: la battaglia continua nelle piazze! #ciricorderemo

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Referendum contro la legge sulle unioni civili: la battaglia continua nelle piazze! #ciricorderemo

02 Giugno 2016

La battaglia contro la legge sulle unioni civili si sposta dalle aule parlamentari nelle piazze. Il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, il 20 maggio ha infatti firmato il provvedimento sulla Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e di disciplina delle convivenze. Ma è già pronto il referendum abrogativo della legge Renzi.

Giovedì 26 maggio, una delegazione dei parlamentari promotori del referendum si è recata infatti presso la Corte di Cassazione per depositare il quesito referendario.

La delegazione, guidata dalla presidente del comitato Eugenia Roccella, è composta da Gaetano Quagliariello e Carlo Giovanardi di Idea, da Maurizio Gasparri, Lucio Malan e Antonio Palmieri di Forza Italia, da Gian Marco Centinaio, Nicola Molteni e Roberto Simonetti della Lega, da Benedetto Fucci e Lucio Tarquinio dei Conservatori e Riformisti, da Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, da Maurizio Sacconi, Roberto Formigoni e Alessandro Pagano di Area Popolare.

“Preso atto della decisione del presidente Mattarella di firmare la legge sulle unioni civili,” dice Roccella, già portavoce del Family Day del 2007, “ci siamo recati in Cassazione a depositare i quesiti referendari per la parziale abrogazione”.

Il 21 maggio, la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato la legge che regolamenta le unioni civili. La legge entrerà in vigore il 5 giugno.

Il comitato promotore del referendum abrogativo sulle unioni civili si è costituito a metà maggio: hashtag del referendum è #ciricorderemo, messaggio eloquente lanciato al presidente del Consiglio, al Pd e ai suoi alleati.

“La battaglia non è finita con un voto finale ottenuto a colpi di fiducia, canguri e violentando la Costituzione,” ha detto Roccella in occasione della presentazione del comitato promotore. “Noi non abbiamo potuto rappresentare chi ci ha votato, non abbiamo potuto votare un solo emendamento e allora è giusto che la battaglia ritorni nelle piazze”.

“C’è una base culturale condivisa nel centrodestra, ma la nostra è una proposta aperta alle associazioni: pensiamo alle piazze riempite dal Family Day nell’ultimo anno e alle associazioni Pro Life”, aggiunge la parlamentare.

“Vogliamo fare un’operazione verità: questa non è una legge sulle unioni civili e i diritti, al contrario punta a creare un simil-matrimonio. La finalità è il mercato della filiazione”, conclude Eugenia Roccella, che chiarisce “la stepchild in questo testo c’è, perché ci sono già state 5 sentenze di adozioni gay”.

Il comitato promotore del referendum sulle unioni civili riunisce rappresentanti di tutte le forze di centrodestra. Per Gaetano Quagliariello, presidente del movimento Idea, si prepara così, “sui programmi”, una risposta “alternativa” a Renzi.

“Qui,” ha sottolineato Quagliariello riferendosi ai colleghi presenti in conferenza stampa alla presentazione della iniziativa, “ci  tutte le forze di opposizione di centrodestra, nessuna esclusa, e alcuni esponenti di forze che votano la fiducia ma che rispetto a questa battaglia hanno preso una posizione diversa a quella dei loro partiti”.

“Chiediamo di abolire gli articoli della legge sulle unioni civili che creano discriminazioni tra le ipotesi di convivenza omosessuale e quelle eterosessuali”, aggiunge Quagliariello, che osserva come nel provvedimento si arrivi “ad esempio alla cosa assurda e anche un po’ ridicola che se un uomo e una donna convivono per una vita a hanno tre figli, non hanno diritto alla reversibilità, se invece si tratta di una coppia omosessuale l’avranno”.

Il presidente del movimento Idea sottolinea che il problema non era e non è garantire dei diritti alle persone omosessuali: “Se in Italia ci fosse stata la legge greca, fatta da quel pericoloso reazionario di Tsipras, avrebbe avuto il nostro consenso”.

Come dire, se il problema era riconoscere uguali diritti e doveri per omosessuali ed eterosessuali si sarebbe potuto votare una legge sulle unioni civili condivisa, visto che in materia tutti i partiti avevano presentato dei disegni in materia.

“Questa legge, invece, punta a cambiare la genitorialità. Ed è un primo passo verso la stepchild adoption come ha detto lo stesso Pd in dichiarazione di voto. La nostra è una richiesta di referendum per difendere i più deboli: i bambini”, conclude Quagliariello.

Va ricordato che attraverso l’articolo 20 della legge sulle unioni civili le adozioni gay rientrano dalla finestra, nel senso che ci si affida ai tribunali per le decisioni e nelle ultime settimane sono fioccate le prime sentenze che hanno acconsentito alla adozione del figlio del partner.

“Se il centrodestra nel 2018 vince le elezioni non ci sarà nemmeno bisogno del referendum sulle unioni civili perché aboliremo queste norme con una legge”, dice Carlo Giovanardi. “Siamo stati obbligati a questa scelta perché sia in Senato che alla Camera non è stato possibile presentare gli emendamenti”.

Giovanardi ricorda anche che bisognerà aspettare l’esito del ricorso dei senatori in Cassazione “su cui la Suprema Corte deciderà a fine maggio”. “L’80% degli italiani è contrario a questa legge, perchè è contrario all’utero in affitto, è contrario alle adozioni gay”, conclude Giovanardi.

“Ho pensato al referendum di ottobre e alle firme che raccoglieremo. Nelle manifestazioni di piazza in quindici giorni sono arrivate a Roma 800mila persone, per due volte, a spese loro, per contrastare questa deriva antropologica”.

Anche per Maurizio Sacconi “l’appello al popolo attraverso la raccolta di firme per un referendum abrogativo della prima parte della legge Cirinnà” è un passo “obbligato”, per “le evidenti violazioni della Carta Costituzionale”.

“In particolare sono violati gli articoli sulla unicità del matrimonio fondato sulla società naturale e sull’obbligo di adeguata copertura delle leggi” prosegue Sacconi.

“Informeremo la società che è in gioco il diritto dei minori ad avere un padre e una madre e, indirettamente, la ammissibilità della odiosa pratica dell’utero in affitto. Più in generale costruiremo un fronte di difesa dell’antropologia naturale dai nuovi giacobini che vogliono, ancora una volta, progettare l’uomo nuovo”.

Lucio Malan aveva messo in guardia il Quirinale sulla “totale inidoneità della copertura finanziaria della legge. La relazione del ministero dell’economia  è ridicola perché sottostima le spese”. Una legge, quindi, che non ha neppure una sostenibilità economica. Ma a quanto pare Mattarella non ha tenuto conto di questi rilievi.

La legge sulle unioni civili, secondo Maurizio Gasparri, “porta con sé evidenti limiti di natura antropologica. Ci sono più domande di coppia etero di quanti siano i bambini da adottare, il problema è che il sistema non funziona”.

Per Nicola Molteni, la legge sulle unioni civili “è un colpo mortale fatto alla famiglia tradizionale, composta da una mamma, da un papà e da dei figli. Il voto di ieri non rappresenta la maggioranza dei cittadini italiani, per questo essendo una legge che va ad incidere prepotentemente nella vita delle persone, merita di essere proposta al giudizio popolare”.

Rampelli denuncia infine la “subdola equiparazione tra famiglia naturale e unione omosessuale realizzata con il copia e incolla del diritto di famiglia”.

Scopo di un referendum abrogativo è appunto abrogare una legge esistente o altri atti aventi forza di legge, come decreti legge o decreto legislativi, rimuovendoli dall’ordinamento.

AGGIORNAMENTI.

(28 maggio) “La decisione del Tribunale di Torino che ha dato il via libera alla stepchild adoption è la prova provata che sulla legge sulle unioni civili il Pd sapeva di mentire, ben consapevoli che i giudici avrebbero fatto il resto”, lo dice il deputato Antonio Pagano. “E’ chiaro che questo scenario conferma tra l’altro l’inconsistenza su questa materia di Ncd e Area popolare, che hanno palesemente fallito anche nell’obiettivo minimo di fare da argine a una deriva etica e antropologica ormai sotto gli occhi di tutti”.

“Legittimata l’adozione del ‘figliastro’, “prosegue Pagano, “il prossimo passaggio sarà il riconoscimento alle coppie omosessuali dell’adozione tout court e, infine, l’utero in affitto vero obiettivo delle lobby Lgbt. Tutto questo già con questa legge. Di fronte a tutto ciò il referendum abrogativo della prima parte della legge sulle unioni civili è ormai indispensabile, imponendosi in maniera sempre più attuale”.

(19 maggio). Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Angelo Bagnasco, ha spiegato che raccogliere le firme per il referendum abrogativo contro la legge sulle unioni civili è “compito dei laici” e che la Cei non sosterrà direttamente una raccolta delle firme. “Un eventuale referendum abrogativo della legge sulle unioni civili,” ha detto Bagnasco, “è un’iniziativa in mano ai laici e che doverosamente dev’essere portata avanti dai laici”.

Per il Cardinale, la legge Renzi-Alfano “non risponde a esigenze – già peraltro previste dall’ordinamento giuridico – ma a schemi ideologici” e “sancisce di fatto una equiparazione al matrimonio e alla famiglia”, in cui le differenze sono “degli artifici giuridici facilmente aggirabili” (con le possibili sentenze sulle adozioni per i gay), e “in attesa del colpo finale – così già si dice pubblicamente – compresa anche la pratica dell’utero in affitto”.

(18 maggio) “Come era purtroppo prevedibile il capo gruppo del PD Giuseppe Lumia unitamente al collega di partito Sergio Lo Giudice hanno chiesto di riprendere la discussione in Commissione giustizia del disegno di legge Scalfarotto, quello che vuole punire penalmente le opinioni non in linea con il pensiero LGBT”, dice il senatore Carlo Giovanardi. “Continua così il tentativo del Pd, con la totale acquiescenza degli alleati di governo, di portare avanti la sua rivoluzione antropologica con l’ulteriore passo di tentare di criminalizzare nel futuro referendum abrogativo sulle unioni civili chi contesta la scelta di aver parificato leunioni civili al matrimonio fra uomo e donna dell’art. 29 della Costituzione”.

(17 maggio) “Il Cardinale Bagnasco ha attaccato la legge sulle unioni civili sostenendo con autorevolezza quello che noi parlamentari di Idea abbiamo sempre provato a spiegare: la legge non e’ nata per attribuire diritti ai conviventi, etero o omosessuali, ma per destrutturare l’istituto del matrimonio, la famiglia e la genitorialità”, dichiara Eugenia Roccella, presidente del Comitato per il referendum abrogativo della legge sulle unioni civili.

“Il ministro Alfano – aggiunge Roccella – replica difendendo il compromesso raggiunto nella maggioranza e sostenendo che ‘non si tratta di matrimonio e non sono previste le adozioni gay ne’ in forma diretta, ne’ in forma indiretta’. Peccato che le citazioni del codice civile che riguardano il matrimonio sono innumerevoli, e che il comma 20 deleghi visibilmente la questione della stepchild ai tribunali”.

“Nell’ultimo mese ci sono già state 5 sentenze di adozioni per coppie omosessuali, né ci risulta che sia mai stato perseguito il reato di maternità surrogata. Alfano – conclude Roccella – continua a parlare ignorando i fatti, ma è sulla realtà dei fatti, come fa notare il Presidente della Cei, che si giudica una legge”. 

(15 maggio) “Anche noi siamo a favore dei diritti patrimoniali e di assistenza”, ha detto il senatore Gaetano Quagliariello precisando il senso del referendum sulle unioni civili. “Ma non possiamo accettare in silenzio la parte del fragile compromesso raggiunto da Renzi e Alfano, con i tanti rinvii tra unione civile e matrimonio e l’appiglio per le sentenze creative sulle adozioni”. “Ecco,” conclude Quagliariello, “il referendum sulle unioni civili è la risposta minima a tutto questo”.

(15 maggio) “Solo il referendum sulle unioni civili potrà espungere chirurgicamente dalla legge tutte le norme funzionali alla genitorialità omosessuale lasciando vivere i diritti dei conviventi”, dicono in una nota i parlamentari di Area Popolare, Sacconi e Pagano.

(14 maggio) “Abbiamo costituito un ampio e trasversale comitato per l’abrogazione non dell’intera legge sulle unioni civili, ma di quelle parti che aprono la strada alle adozioni gay e alla compravendita di bambini”, sottolinea Maurizio Gasparri, che osserva: “Questo è il vero obiettivo di questa legge e la Cirinnà stessa sa benissimo che in Parlamento ci sono persone che hanno fatto ricorso all’utero in affitto e che hanno sborsato soldi per avere a disposizione un bambino”.

“I figli non si comprano. Per questo serve un referendum abrogativo sulle unioni civili, per cancellare il comma 20 e impedire che la giustizia sia messa al servizio dei trafficanti di bambini”, conclude Gasparri.

[Pubblicato il 12 maggio 2016, in aggiornamento]